Scoppia una nuova polemica su un testo rivolto alle prime classi delle scuole elementari. Nell’immagine un bambino bianco e castano che chiede a una bambina di colore: “Sei sporca o sei tutta nera?”.
E’ di nuovo polemica su un testo rivolto alle prime classi delle scuole elementari, colpevole di aver proposto una vignetta accusata di razzismo. Non è una polemica nuova, quella riguardante il tipo di messaggio veicolato dai libri di testo. Già in passato a far discutere era stata una vignetta pubblicata in un libro del Gruppo Editoriale Raffaello. Il libro, intitolato Le avventure di Leo, presentava a pagina 4 una breve riflessione in cui si chiedeva ai bambini di formulare buoni propositi per l’anno che stava per iniziare. Poi alcune vignette, a mo di esempio, con bambini che espongono vari propositi: “Quest’anno vorrei fare disegni con i pennarelli”, “vorrei andare sempre in giardino a ricreazione” e così via. Tra questi, anche la vignetta con un bambino di colore: “Quest’anno io vuole imparare italiano bene”.
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Ora una nuova vignetta torna a far discutere, questa volta all’interno di un libro di Ardea Editore intitolato Rossofuoco. L’immagine si trova in un paragrafo dal titolo Una nuova amica. All’inizio, la voce narrante del bambino bianco: “Mentre ero al parco e guardavo un insetto nella terra, si è fermata una bambina accanto a me. Era piccola e tutta nera. Aveva delle buffe treccine sulla testa e degli occhi birbanti”. Poi la domanda del bambino, rivolta alla bambina: “Sei sporca o sei tutta nera?“. E ancora, il bimbo prosegue nel racconto: “Lei non mi ha risposto, ma ha fatto una capriola, allora ne ho fatta una anch’io, ma sono caduto tutto storto. Poi è venuta vicino a me”, e a quel punto: “Sei proprio nera”. Poi il sorriso della bambina che scappa via. A sottoporla all’attenzione di tutti è stato un post Facebook di Marwa Mahmoud, consigliera comunale del Comune di Reggio Emilia e presidente della Commissione consiliare Diritti umani, pari opportunità e relazioni internazionali. La pubblicazione del libro risalirebbe a qualche anno fa, ma il testo è ancora in commercio. Il commento è netto: “Una narrativa inferiorizzante che accosta la pelle nera alla sporcizia è inaccettabile“. Già nei confronti del libro del Gruppo Editoriale Raffaello ci si era esposti contro una narrazione subliminalmente pericolosa, come sottolineato dall’associazione no profit “Educare alle differenze”, che aveva commentato: “Bambini che continuiamo attraverso rappresentazioni come questa ad additare come stranieri, come altro rispetto a una presunta normalità italica, e a scimmiottare con un linguaggio imbarazzante che sembra preso da un pessimo film degli anni Trenta”.
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