Sale di nuovo la tensione in rue Nicolas Appert, dove si trovava la redazione di Charlie Hebdo. Un uomo ha effettuato l’attentato munito di una sorta di mannaia: due persone si troverebbero in gravi condizioni. L’aggressore avrebbe poi tentato di fuggire. L’attacco è avvenuto alla stessa ora dell’attentato del 7 gennaio 2015, intorno alle 11 e 30.
A Parigi, la Rue Nicolas Appert ripiomba nel terrore: si tratta dell’ormai tristemente storica via in cui si trovava la redazione di Charlie Hebdo. Nella giornata di ieri un uomo armato di una sorta di mannaia avrebbe effettuato un attentato. Due persone sono in gravi condizioni. L’uomo sarebbe poi fuggito. Le vittime, un uomo e una donna, sono sono due dipendenti della società di produzione televisiva Premières Lignes e stavano fumando una sigaretta in pausa pranzo. La donna è stata colpita proprio davanti al disegno delle vittime del famoso attentato a Charlie Hebdo. In un primo momento la tensione sarebbe salita ulteriormente a causa di un’allerta lanciata per una possibile presenza di un ordigno esplosivo. Ma l’ipotesi sarebbe poi stata smentita. Il legame con l’attacco alla sede di Charlie Hebdo è rafforzato anche da un ulteriore elemento: questo attacco è avvenuto alla stessa ora dell’attentato del 7 gennaio 2015, intorno alle 11 e 30.
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Il presunto aggressore, sporco di sangue, sarebbe stato bloccato poco dopo vicino a Place de la Bastille. Un secondo uomo, invece, sarebbe stato arrestato nei dintorni, ma sarebbe stato rilasciato in serata. A confermare l’arresto, fonti della magistratura che annunciano l’apertura di un’inchiesta per tentato omicidio a scopo terroristico. A commentare, anche il ministro dell’Interno, Gerald Darmanin: “Si tratta, chiaramente, di un atto di terrorismo islamista. È un nuovo sanguinoso attacco torno il nostro paese, contro dei giornalisti”. La ricerca dei presunti aggressori non si placa: altre 5 persone sarebbero state fermate per un interrogatorio. Presente anche Alì H., l’autore dell’attentato.
Stando a quanto emerso fino ad ora, il presunto responsabile sarebbe un 18enne di origini pakistane che, in base a quanto riportato da Darmanin, era arrivato in Francia circa tre anni fa in qualità di minore non accompagnato. Le forze dell’ordine non erano a conoscenza della sua radicalizzazione, ma circa un mese fa il ragazzo sarebbe stato arrestato perché in possesso di un cacciavite. In quell’occasione, di cui si sa ancora poco, il cacciavite era stato considerato potenzialmente pericoloso, associabile a un’arma. A proposito dell’altro arrestato, poi rilasciato, si tratterebbe di un 33enne algerino. Intanto emergono nuovi dettagli sulla dinamica dell’attentato, proprio grazie agli interrogatori già effettuati dalla polizia. Ali H. avrebbe dichiarato che pensava di agire contro la redazione di Charlie Hebdo. “Non sopportavo le caricature di Maometto”, avrebbe detto agli inquirenti.
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La redazione, invece, dopo l’attentato del 2015 si è trasferita in un locale segreto e sotto protezione. All’interno dello zaino del ragazzo sarebbe stata rinvenuta anche una bottiglia di alcool: probabilmente il ragazzo la portava con sé per un iniziale progetto di incendiare la struttura. Per quanto riguarda l’algerino, invece, ulteriori accertamenti avrebbero portato a escludere un suo coinvolgimento con l’attentato. Anzi, l’uomo aveva osservato i movimenti del pachistano proprio per cercare di bloccarlo. L’uomo infatti sarebbe stato rilasciato già durante la serata di ieri. Stando a quanto emerso dall’inchiesta, l’uomo di 33 anni avrebbe iniziato a discutere animatamente con Alì H. dopo l’attentato. Poi la fuga di Alì, mentre l’algerino si sarebbe diretto verso la metropolitana, dove è stato arrestato poco dopo. Secondo l’avvocata del 33enne, l’uomo “non aveva alcun legame” con l’attentatore, anzi, si sarebbe piuttosto comportato “da eroe”.
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