Un trend davvero inquietante sta spopolando su Tik Tok: gli utenti si sfidano a imitare i deportati ebrei nei lager nazisti.
L’ultima moda in voga su Tik Tok è di quelle che mettono i brividi: girano filmati accompagnati dall’hashtag #shoah oppure #holocaust o, in Italia, #olocausto.
Si vedono milioni di giovani indossare pigiami a righe, con la stella di David sul petto e occhiaie e lividi segnati col trucco sul viso.
Il museo di Auschwitz contro il nuovo trend di Tik Tok
Gli utenti di Tik Tok hanno lanciato una sfida che consiste nel recitare la parte del deportato ebreo accompagnati dal testo che appare sul filmato: “Un giorno portarono me e la mia famiglia in un posto strano. Iniziarono a darci delle divise. Eravamo costretti a lavorare e ci davano poco cibo. Un giorno ci costrinsero ad entrare in una doccia e…”.
Sono già 8,2 milioni le visualizzazioni dell’hashtag #holocaust, 100mila views per la versione italiana #olocausto mentre #shoah è stato visualizzato 780mila volte. Sono arrivate subito le dure critiche del museo di Auschwitz che ha definito il trend “doloroso e offensivo” per la memoria delle vittime della Shoah.
@tiktok_us did these girls really cosplay a holocaust victim and narrative for a tik tok.. such a callous mockery of the genocide of millions of jews and other marginalized groups, i feel sick #Holocaust #tiktok #holocaustchallenge (more to follow) pic.twitter.com/ZeDeddkRQ8
— Patricia ✡︎ 🏳️🌈 ⚢🇺🇦 (@Mowgli_Lincoln) August 18, 2020
Provocazione o malattia collettiva? Il pensiero degli psicanalisti
TikTok ha risposto prendendo dei provvedimenti e disattivando l’hashtag #HolocaustChallenge dichiarando di aderire al Codice di Condotta della Commissione Europea contro l’incitamento all’odio online.
“Ho guardato moltissimi video che ridicolizzano l’Olocausto. Stupisce che molti di questi ragazzi siano giovanissimi. Usano la propria creatività per mettersi in vetrina ed esibire la tragedia umana. Gli psicanalisti concordano: ormai i giovani per colpire e attirare l’attenzione su di sé fanno cose sempre più dissacranti. La linguaccia o il seno che si vedono fanno parte del già visto. E allora? Alzano il livello di provocazione. Basti pensare che abbiamo perfino trovato dei video in cui c’era chi fingeva di essere stato violentato in un campo di concentramento”, spiega Betti Guetta dell’Osservatorio Antisemitismo del CDEC in un’intervista all’HuffPost.