Prete esorcista accusato di stalking su figlio disabile di un’amica. L’uomo aveva preso la cosa come una vera missione
Un sacerdote esorcista di 77 anni è accusato di stalking sul figlio disabile di un’amica. L’uomo è stato protagonista di numerose incursioni nella struttura alloggio Pullir a Cesiomaggiore (Belluno).
Il prete, G. Brancaleoni, aveva preso la questione come una vera e propria missione, tant’è che si presentava nella struttura dove il 39enne disabile psichico era ospitato e dava luogo a sit-in di preghiera, prediche al megafono e quant’altro. Secondo l’uomo, il figlio dell’amica doveva essere salvato poiché lì c’era il demonio ed era necessario un pronto intervento.
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È dunque finito in carcere per stalking nei confronti dell’uomo disabile nonché della psicologa della struttura. Non solo, perché è accusato anche di calunnia nei confronti della donna e degli operatori della Pullir. Ieri, mercoledì 24 settembre, il gup Enrica Marson lo ha rinviato a giudizio per il 21 gennaio prossimo.
All’uomo si contestano fatti avvenuti nella struttura Pullir di Cesiomaggiore dal 2015 all’agosto 2019, con ripetute incursioni da parte del prete. L’uomo infatti avrebbe posto in essere “incursioni non autorizzate o gradite all’interno della comunità, pretendendo a gran voce di incontrare il disabile e di gestirne o ostacolarne l’approccio terapeutico e contenitivo“.
Don Brancaleoni si presentava nella struttura a qualunque orario e secondo l’accusa avrebbe così accresciuto la psicosi del disabile, agitandolo fortemente e portandolo ad atti di autolesionismo o tentate aggressioni agli operatori.
Il prete telefonava inoltre a tutte le ore del giorno e della notte affermando che la terapeuta avesse “sequestrato” il disabile e sostenendo che lo maltrattava.
Avrebbe inoltre recitato prediche al megafono nonché preghiere che diceva avesse scritto la madre (che aveva perso la potestà genitoriale). Il prete avrebbe persino dato un telefono al disabile invitandolo a contattare la madre, facendo sì che l’ansia del 39enne peggiorasse.
I carabinieri sono intervenuti in diverse occasioni nella struttura per quietare gli animi. Poi il prete avrebbe presentato molte denunce accusando falsamente la psicologa responsabile della struttura, P. Bulfari e gli operatori di maltrattamenti verso il disabile: da qui, la denuncia per calunnia.
Neppure la misura di sicurezza applicata al sacerdote esorcista lo ha fermato dallo stare lontano dal Pullir, poiché non appena è decaduta, avrebbe ripreso a presentarsi in loco.