I preservativi venivano venduti come nuovi - meteoweek.com
La terribile scoperta è stata fatta dagli agenti di polizia in Vietnam. I preservativi venivano sciacquati in acqua bollente, rimodellati su un fallo di legno e poi confezionati come se fossero nuovi.
Una pratica a dir poco agghiacciante, che per fortuna è stata scoperta in tempo. Ci spostiamo in Vietnam, dove le forze dell’ordine hanno sgominato un traffico di preservativi usati ma venduti come nuovi. Proprio così, i sistemi di protezione durante l’attività sessuale venivano rimessi in commercio, come se non fossero mai stati utilizzati. E il metodo scoperto dagli agenti di polizia era tanto ingegnoso quanto pericoloso per chi si ritrovava a indossare i preservativi, con la ferma convinzione di aver acquistato un prodotto ancora inutilizzato.
In pratica, i preservativi che venivano rimessi in commercio venivano inzuppati in un recipiente di acqua bollente. Dopo essere stati disinfettati, venivano modellati su un fallo di legno in modo da far riprendere una forma simile all’organo riproduttore maschile. Infine venivano confezionati come se non fossero ancora stati utilizzati in precedenza. Ma ora la polizia vietnamita, dopo un blitz avvenuto nei giorni scorsi, ha posto fine a questa pratica squallida. La notizia è giunta nel resto del mondo grazie ai colleghi dell’Independent.
Al termine del blitz condotto dalle forze dell’ordine, sono stati sequestrati oltre 360 chili di preservativi. In termini numerici, si tratta di oltre 345mila contraccettivi, che sono stati prodotti in un magazzino vicino a Ho Chi Minh City, la capitale del Vietnam. La notizia è giunta agli agenti di polizia grazie a una soffiata ricevuta da un residente nella zona. L’immagine più assurda è senza dubbio quella che riguarda proprio gli agenti, che portavano via decine di sacchi contenenti i profilattici usati e spacciati per nuovi.
I filmati sono stati registrati e diffusi dall’agenzia statale Vietnam Television, e hanno fatto il giro del mondo. L’edificio in questione si trovava a Binh Duong, località molto vicina alla capitale vietnamita. Tuttavia, l’affittuario del magazzino in cui veniva svolta questa pratica ha cercato subito di discolparsi. Nelle prime dichiarazioni rilasciate alle forze dell’ordine, ha svelato di aver ricevuto un numero imprecisato di preservativi usati ogni mese. Tuttavia, non ha saputo riconoscere il soggetto che glieli ha forniti, dichiarando di non conoscerla.
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Durante il blitz è avvenuto l’arresto di una donna, che è poi diventata la gola profonda dell’organizzazione. Ascoltata dagli inquirenti, ha svelato le modalità con cui i preservativi venivano prima recuperati e poi rimessi in commerco. La donna ha anche dichiarato che questa pratica le faceva guadagnare 0,17 dollari per ogni chilo di profilattici che venivano portati all’interno del magazzino. Non è ancora chiaro se, al di là dei 345mila contraccettivi, quanti siano stati quelli messi in commercio. Di conseguenza non è dato sapere quante siano le persone a rischio di infezione.
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