Una serie di novità potrebbero riguardare lo smart working, in attesa di una decisione sull’eventuale proroga dello stato di emergenza. La soluzione riguarderà in particolare i genitori con figli positivi al Covid o in isolamento.
La data del 15 ottobre è una nuova scadenza cruciale per gli italiani. In questo giorno, infatti, scadranno gli attuali termini per lo stato di emergenza, indetto dal Governo Conte per fronteggiare l’emergenza Covid. Questa scadenza era già stata prorogata una prima volta, visto che dopo la sua applicazione la prima deadline coincideva con il 31 luglio scorso. Ora, però, le cose sono cambiate e potrebbero cambiare ancora, visto che il numero di casi giornalieri non scende. E anche nel resto d’Europa le cose non vanno affatto bene, soprattutto in Francia e in Spagna con migliaia di contagiati e decine di morti.
Per questo motivo, l’Italia potrebbe correre ai ripari per ridurre ancor di più la diffusione del Covid. In particolare sui posti di lavoro, dove potrebbe tornare in vigore il regime di smart working. Ci si sta muovendo proprio in questo senso, considerando la scadenza dello stato di emergenza fissato tra circa venti giorni. Come cambierà, dunque, l’assetto da smart working a partire dal 16 ottobre? Una domanda che ci si pone proprio in base all’eventuale fine dello stato di emergenza, con una serie di novità dal punto di vista delle nuove norme.
Fino a questo momento, il provvedimento è riconosciuto ai dipendenti che hanno a carico figli di età inferiore ai 14 anni. In particolare ci si riferisce a chi deve restare a casa a causa della positività degli stessi figli o della quarantena prevista, nel caso in cui questi siano entrati in contatto con un soggetto positivo. Stando a quanto si legge sul sito laleggepertutti.it, ci sono una serie di accorgimenti da prendere per questa categoria di lavoratori. Anche perchè, in attesa di capire cosa ne sarà dello stato di emergenza, c’è già un provvedimento in corso.
I lavoratori che devono badare a un figlio positivo o entrato in contatto con un contagiato, infatti, possono ricorrere allo smart working fino al prossimo 31 dicembre. Il decreto di inizio settembre ha offerto questa possibilità. Nel caso in cui non fosse possibile ricorrere al lavoro agile, è possibile ottenere un congedo dal lavoro. In cambio si potrà usufruire del 50% della retribuzione prevista, che sarà a carico dello Stato. La normativa in vigore specifica che solo uno dei due genitori potrà richiedere di lavorare in smart working per badare al figlio positivo o comunque in quarantena.
Se uno dei due genitori è già in regime di lavoro agile, o addirittura disoccupato, l’altro non potrà godere dei benefici della normativa. Tuttavia, come detto, dal 16 ottobre scadrà lo stato di emergenza. Gli italiani si chiedono cosa bisognerà fare, nel caso in cui non dovesse arrivare (ma è assai probabile che arrivi) la proroga. Per il momento è previsto un accordo individuale tra il dipendente e l’azienda preso la quale presta servizio. Sia nel caso in cui ciò si renda necessario per pochi giorni, sia per eventuali prolungamenti nel tempo di questo provvedimento.
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Per poter ricorrere a questa possibilità, il dipendente dovrà scaricare l’apposito file in Pdf dal sito del ministero del Lavoro. Ma c’è un altro aspetto ancora da chiarire. La normativa prevede che si potrà accedere al lavoro da casa solo nel caso di contagio o contatto con una persona positiva al Covid, in ambito scolastico. In altri casi, come per eventi sportivi o altre circostanze, la copertura per i genitori non è prevista. Per questo motivo i lavoratori chiedono chiarimenti, in modo da non finire in una zona d’ombra dalla quale è pressochè impossibile uscire.