Coronavirus, Padova: 30 positivi in asilo notturno per senzatetto

E’ stato identificato un nuovo piccolo focolaio da coronavirus all’interno dell’asilo notturno del Torresino, Padova. La struttura è dedicata a offrire alloggi o letti a persone senza dimora o in temporanea difficoltà economica. In totale la struttura accoglie 82 persone, tra ospiti e operatori: al momento sono 30 i positivi. 

focolaio padova - meteoweek.com
(Foto di Gerog Hochmuth, da Getty Images)

A Padova è stato individuato un nuovo focolaio, identificabile con l’asilo notturno del Torresino, una struttura che si occupa di fornire un alloggio o un letto alle persone senza fissa dimora o in momentanea difficoltà economica. L’attenzione all’interno della struttura è salita dopo la rilevazione del primo caso. A quel punto è stata portata avanti la necessaria effettuazione di tamponi a tutti coloro che fanno parte della struttura (tra operatori e ospiti): su 82 persone, ben 30 sono positive. Per gestire questa situazione delicata, nella notte si è tenuto un incontro di coordinamento in Prefettura alla presenza del Prefetto, del Sindaco di Padova accompagnato dalla dirigente dei Servizi sociali, del Presidente della Provincia, dei responsabili dell’Ulss 6, dei vertici delle Forze dell’ordine. E’ proprio grazie all’incontro tra i principali coordinatori di una eventuale emergenza coronavirus che sono state attivate immediatamente le procedure sanitarie. Dopo aver individuato i positivi, si procederà ora a separarli dai negativi: i primi rimarranno in isolamento all’interno della struttura, i negativi invece saranno trasferite in sicurezza a strutture in grado di consentire l’isolamento fiduciario. Insomma, grazie a un intervento tempestivo e ben coordinato, al momento il focolaio sembra restare circoscritto e sottoposto alla costante sorveglianza di autorità sanitarie, degli operatori sociali, della Protezione Civile e della Croce Rossa, come fa sapere il comune stesso: “Da subito sono state attivate le procedure sanitarie previste. Ecco perché le persone risultate positive rimarranno in isolamento presso la struttura dell’asilo notturno mentre quelle risultate negative saranno affidate in sicurezza a strutture capaci di garantire lo svolgimento del periodo di isolamento fiduciario. La situazione è sotto controllo, costantemente monitorata col supporto delle autorità sanitarie, degli operatori sociali, della Protezione Civile e della Croce Rossa. Il focolaio è circoscritto, si è provveduto ad adempiere a tutti i protocolli e le procedure”.


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(Foto di Cristina Quicler, da Getty Images)

Intanto, però, preoccupa sempre più la capitale, così come resta sotto osservazione il Lazio, che ieri ha registrato 195 casi, di cui 135 nella Capitale, e tre decessi. Alessio D’Amato, assessore alla Sanità, spiega: “Ci attendiamo un lieve incremento dell’indice RT, ma sotto il valore 1”. Attualmente il numero di ricoverati in terapia intensiva resta a 32, un numero ben lontano dai picchi di inizio aprile, con ben 200 pazienti ricoverati. Eppure è necessario restare in guardia, e proprio per questo inizia a preoccupare la situazione a Roma, dove il vero problema sarebbe rappresentato dai cluster familiari. Come spiega Pier Luigi Bartoletti, responsabile dell’Uscar, l’ unità speciale della Regione Lazio: “In questo caso solo con una diagnosi rapida possiamo controllare la trasmissione all’interno dei nuclei familiari. Ormai è chiaro che questo virus muta. Dobbiamo farci trovare pronti a cambiare il protocollo di intervento e la strategia. Come è accaduto nei mesi estivi, quando abbiamo scoperto un’alta percentuale di ‘contagi da rientro’ e di turisti in arrivo”. Per questo la strategia da adottare potrebbe esser quella di creare mini-lockdown (come avvenuto a Padova, ad esempio): “L’attenzione ora è nelle scuole che sono riprese il 14 settembre. Per capire cosa sta accadendo dobbiamo però attendere almeno 20 giorni”.

 

 

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