Emergenza coronavirus, il primo ministro britannico Boris Johnson annuncia nuove restrizioni che resteranno in vigore per 6 mesi. Nel frattempo l’Ue preme sulla Brexit.
Nuove restrizioni nel Regno Unito, tra cui il coprifuoco delle 22:00 per pub e ristoranti, potrebbero rimanere in vigore per altri sei mesi. Questo è quanto stato annunciato oggi dal primo ministro britannico Boris Johnson, alla Camera dei Comuni. Johnson ha precisato anche che la settimana prossima l’esecutivo sottoporrà al Parlamento un’estensione della legislazione di emergenza approvata in primavera nella fase più acuta della pandemia.
Boris Johnson ha fatto sapere che il Regno Unito si trova in un “pericoloso punto di svolta“, dopo l’annuncio degli esperti scientifici che hanno preannunciato come le infezioni giornaliere potrebbero arrivare a 50.000 entro metà ottobre. La prospettiva di una seconda ondata è infatti “reale”, e viaggia sui binari di “Francia, Spagna e altri Paesi”. Emblematici poi i numeri che in questi giorni stanno macinando i ricoveri in ospedale (che “sono raddoppiati“), così come significativo è anche l’aumento di allerta riportato al livello 4.
Per questo, spiega il primo ministro, è fondamentale applicare nuove misure ed effettuare dei cambiamenti nei comportamenti che coinvolgono la vita sociale, se si vuole intraprendere una strategia realmente in grado di attenuare la pandemia di Covid-19. Una decisione, questa, che “preferirebbe non dover applicare”, ha sottolineato Johnson, ma che si rende necessaria: “È questo il momento di agire“.
Le misure che verranno quindi applicate per 6 mesi si impongono come sì,
restrittive, ma tuttavia “non porteranno in alcun modo a un nuovo lockdown“, ha comunque sottolineato Jonhson. Tra le disposizioni si conta allora la riduzione a 15 persone del numero massimo di invitati ai matrimoni, il ripristino del coprifuoco (fissato alle ore 22:00) per pub, ristoranti e bar di tutta l’Inghilterra, l’incentivo allo smart working, l’estensione dell’obbligo legale della mascherina, l’introduzione di controlli stringenti anti assembramento e la riduzione a un massimo di 6 persone per quanto riguarda i contatti sociali. Rinviato a data da destinarsi, inoltre, il ritorno del pubblico negli eventi sportivi.
Il leader dell’opposizione laburista Keir Starmer ha approvato le nuove misure, ma ha accusato il governo di non avere una strategia complessiva, ha criticato le falle nel sistema di test e tracciamento e ha detto che un eventuale lockdown nazionale bis rappresenterebbe il segno di “un fallimento” dell’esecutivo.
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Il Regno Unito ha però un’altra questione da affrontare al momento, e riguarda l’imminente uscita dall’Eurogruppo. L’Unione Europea ha già mosso diverse critiche, con il ministro per gli affari europei tedesco, Michael Roth, che lancia un appello in occasione della riunione del Consiglio affari generale atta a fare il punto anche sui negoziati per la Brexit.
“Per favore amici di Londra, basta giocare, il tempo sta per scadere e abbiamo bisogno di una base realistica su cui negoziare“, esordisce infatti Roth. E prosegue esponendo la sua preoccupazione sulla alla proposta di legge avanzata da Boris Johnson, dato che “viola i principi dell’accordo di recesso ed è per noi totalmente inaccettabile”. Il comitato misto Ue-Gb, che si occupa degli aspetti tecnici del negoziato, tornerà in riunione lunedì 28 settembre.
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