Miriam muore a 5 anni, l’appello dei genitori: “Non era stress né epilessia, vogliamo sapere la verità”

Miriam Laezza muore a 5 anni: per i medici sveniva “per gelosia nei confronti del fratello appena nato”. Ma i genitori sporgono denuncia in Procura: “Non era stress né epilessia, vogliamo sapere la verità”.

Miriam Laezza
Miriam Laezza con la sua mamma – foto via Facebook

Si è sentita male mentre era a lezione di danza, la piccola Miriam Laezza. Ed è morta così all’età di soli 5 anni, a Cardito (Napoli), il 17 ottobre 2019. Una scomparsa, la sua, su cui non si danno però pace i genitori. “Voglio solo sapere la verità“, spiega infatti la mamma, Antonella Palladino, in un video messaggio pubblicato su Facebook.

Insieme al padre della bimba, Giovanni Laezza, Antonella racconta che Miriam si era già sentita male diversi giorni prima del tragico avvenimento – il 28 febbraio, il 24 marzo e il 21 aprile. Eppure, nonostante fosse finita in codice rosso in ospedale, i sanitari le avevano detto che la figlia “stava bene“, e che i frequenti “svenimenti erano forse un modo per attirare l’attenzione, perché Miriam era gelosa del fratellino appena nato“.

La mamma di Miriam Laezza: “Mi dissero che non dovevo preoccuparmi”

Quando la piccola era stata fatta visitare per accertamenti, a causa dell’ennesimo malore, i medici avevano spiegato ai suoi genitori che la piccolina sveniva “per lo stress, perché gelosa del fratello” appena nato. Ma sono passati poi tre mesi, oltre che tre episodi analoghi e un ricovero in ospedale, fino che non è sopraggiunta la morte. Ed è per questo che, anche a distanza di un anno, Giovanni Laezza e Antonella Palladino chiedono giustizia per Miriam. Chiedono che si indaghi più a fondo, che si tenti di capire le reali ragioni dietro quella morte innocente, così che possano anche essere risparmiate altre vittime.

Per queste ragioni la coppia, grazie all’intervento dei suoi legali, ha infine presentato un esposto in Procura. Ma a presentare gli ultimi aggiornamenti in merito è stato anche un video messaggio pubblicato su Facebook, in cui la mamma dettaglia le ragioni della denuncia. Perché nonostante l’autopsia abbia archiviato il caso come morte naturale (si parla di infarto), la famiglia vuole saperne di più.

“Voglio solo sapere la verità, perché non era solo stress o epilessia. Vogliamo capire se qualcuno poteva salvare la nostra bambina. Mi dicevano: signora, non vi preoccupate. La bambina sta bene, sviene per lo stress: è gelosa del fratellino appena nato. Ci avevano assicurato che Miriam non aveva problemi. Voglio sapere se qualcuno ha sbagliato nei soccorsi o se ci sono stati errori in precedenza, quando l’abbiamo portata in ospedale”, spiega Antonella nel video su Facebook.


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E prosegue: “Vorrei che questo messaggio arrivasse a quei dottori che, quando mia figlia è stata in ospedale, mi avevano detto che Miriam stava bene, che io ero fissata, apprensiva. L’hanno dimessa con diagnosi di sincope vasovagale, dicendo che la bambina era gelosa del fratellino. Chiesi cosa fare nel caso fosse svenuta di nuovo, mi dissero di non preoccuparmi. Che nel caso avrei dovuto alzarle le gambe e si sarebbe ripresa. E che se non si fosse ripresa sarei dovuta andare in ospedale. Feci notare che Miriam restava senza sensi per più di 10 minuti, chiedendo se questo avrebbe potuto causare danni al cervello. Mi risposero che non dovevo preoccuparmi“.

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