“Al momento tendiamo ad escludere quasi definitivamente l’ipotesi che il bimbo possa essere morto nell’incidente perché da indiscrezioni non ci sarebbero microfratture nel cranio del bimbo dopo i primi rilievi”. A sostenerlo è l’avvocato Claudio Mondello legale di Daniele Mondello, padre di Gioele e marito di Viviana Parisi.
Mamma e figlio sono stati trovati morti nelle campagne di Caronia. Ancora però la vicenda è tutta da chiarire. “Questi elementi, insieme al fatto che non sono state trovate impronte di Gioele nel parabrezza e tracce di sangue con il Luminol ci fanno propendere per la tesi che il bimbo non sia morto durante l’incidente. Naturalmente si devono aspettare ulteriori esami sul cranio e accertamenti che verranno fatti anche dai nostri periti anche per ricostruire la dinamica dell’incidente”, sostiene Claudio Mondello. “Non escludiamo tra l’altro di chiedere alla Procura di fornirci i dati dei testimoni che hanno visto Viviana e Giole vivi per raccogliere anche noi la loro testimonianza e fare definitivamente chiarezza su questa ipotesi”, conclude infine il legale.
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Un incidente con la macchina e poi il buio. Pochi secondi dopo il sinistro, la donna si dilegua, scavalca un guard rail e svanisce nelle campagne e nella boscaglia intorno all’autostrada. Lascia la borsa in auto, con dentro soldi e documenti. Gli operai la vedono di spalle in lontananza ma non notano il bambino. Solo una famiglia del Nord Italia vede Gioele e così decide di chiamare il 112. La famiglia però, dopo poco tempo se ne va e sparisce: per giorni quei supertestimoni saranno cercati in lungo e largo per l’Italia. Da lunedì 3 agosto cominciano le ricerche nella zona circostante. Ma i giorni trascorrono senza esiti. Il marito di Viviana lancia uno straziante appello alla moglie in un video pubblicato su Facebook, la implora di tornare a casa. La mattina dell’8 agosto in un’intervista il procuratore di Patti Angelo Cavallo sostiene che è improbabile che la donna e il bambino siano morti e siano nella zona ma che si tratti piuttosto di un allontanamento volontario. I media rivelano che Viviana nei mesi scorsi aveva tentato il suicidio. La sua famiglia non crede che si sia tolta la vita dopo avere ucciso il bambino e che piuttosto la donna sia caduta dal traliccio cercando di ritrovare il bambino che aveva perso la vita. La famiglia è critica anche sul modo in cui sono state condotte le ricerche. Il 26 agosto viene eseguita l’autopsia sui resti di Gioele. Riprende quota l’ipotesi che il bambino possa essere rimasto ferito mortalmente nell’incidente in autostrada, oggi definitivamente smentita. La famiglia, alla ricerca disperata della verità, non ha mai creduto all’ipotesi dell’omicidio-suicidio e non è contenta di come le indagini siano state svolte.
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