La diagnosi di leucemia è arrivata a fine dicembre, quando la bambina aveva solo nove mesi. Inizialmente, come prevede il protocollo, è stata sottoposta ad alcuni cicli di trattamenti chemioterapici. Poi, a marzo gli esami hanno rivelato che anche la piccola paziente era stata infettata dal coronavirus. Per fortuna, come spesso accade nei bambini, la malattia ha avuto un decorso lieve, altrimenti sarebbe stata impossibile l’operazione. Nonostante questo però, la piccola non si è mai negativizzata, anche se i medici hanno tentato ogni strada. Arrivata l’estate, i medici hanno deciso che il trapianto non poteva più attendere: la situazione sarebbe potuta degenerare e così hanno corso il rischio. Hanno deciso di utilizzare il padre aploidentico, cioè compatibile al 50%, e il percorso è iniziato. Il trapianto, come detto, ha avuto esito positivo. Nessuna complicanza. Dopo circa un mese di degenza protetta la bambina ha potuto fare ritorno a casa. E dopo tanti mesi il risultato: la piccola è anche negativa.