Il trattamento è stato effettuato al Meyer di Firenze e la piccola è tornata casa. Il caso non ha precedenti in Italia.
Una bambina di un anno e cinque mesi, positiva al Coronavirus, è stata sottoposta lo scorso agosto a un trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche per curare una forma di leucemia mieloide ad altissimo rischio. L’Azienda ospedaliera universitaria del pediatrico Meyer di Firenze lo ha reso noto nei giorni scorsi. “Una scelta difficile”, quella fatta dai medici del Meyer che si sono trovati ad affrontare un caso che “non ha precedenti in Italia”. La piccola doveva essere sottoposta a trapianto in tempi rapidi, ma i tamponi rino-faringei continuavano ad attestare la sua positività al virus. Il rischio era alto ma spiegano: “Non avevamo scelta, perciò abbiamo preso il coraggio a quattro mani e abbiamo deciso di andare avanti“, sottolinea Veronica Tintori, responsabile della sezione trapianti ematopoietici del Centro di Eccellenza di oncologia ed ematologia, diretto da Claudio Favre. Ora, a un mese di distanza dal trattamento, si può dire che la scelta si è rivelata giusta: la bambina è tornata a casa ed è anche negativa.
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La diagnosi di leucemia è arrivata a fine dicembre, quando la bambina aveva solo nove mesi. Inizialmente, come prevede il protocollo, è stata sottoposta ad alcuni cicli di trattamenti chemioterapici. Poi, a marzo gli esami hanno rivelato che anche la piccola paziente era stata infettata dal coronavirus. Per fortuna, come spesso accade nei bambini, la malattia ha avuto un decorso lieve, altrimenti sarebbe stata impossibile l’operazione. Nonostante questo però, la piccola non si è mai negativizzata, anche se i medici hanno tentato ogni strada. Arrivata l’estate, i medici hanno deciso che il trapianto non poteva più attendere: la situazione sarebbe potuta degenerare e così hanno corso il rischio. Hanno deciso di utilizzare il padre aploidentico, cioè compatibile al 50%, e il percorso è iniziato. Il trapianto, come detto, ha avuto esito positivo. Nessuna complicanza. Dopo circa un mese di degenza protetta la bambina ha potuto fare ritorno a casa. E dopo tanti mesi il risultato: la piccola è anche negativa.