La notizia arriva dall’Unione Petrolifera, associazione delle compagnie, che esplicita la linea del Governo: il prezzo del diesel raggiungerà quello della benzina verde.
La linea sembra ormai chiara: il diesel molto probabilmente costerà come la benzina verde. A confermarlo è l’Unione Petrolifera, l’associazione delle compagnie. Il tutto sarebbe legato a un’ormai quasi certa revisione dei cosiddetti Sad, i Sussidi Ambientali Dannosi. La revisione prevedrebbe l’adeguamento delle accise sul gasolio sulla base di quelle della benzina. Tradotto, è molto probabile che tutti coloro che sono in possesso di un’auto a diesel finiranno per pagare di più per fare il pieno. L’idea è di applicare la nuova linea già nei primi mesi del 2021, ma in maniera graduale: l’adeguamento procederà di anno in anno. Il tutto sarebbe legato ai 19,8 miliardi di sussidi erogati dallo Stato. Tra questi, 17,7 miliardi sono destinati a sostenere le fonti fossili, tra cui il gasolio.
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All’interno di questo quadro, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa sembra intenzionato a tagliare i Sussidi Ambientali Dannosi a stretto giro, probabilmente nella prossima legge di bilancio, con lo scopo di arrivare a recuperare nel 2032 ben 2,8 miliardi. Tra questi 2,8 miliardi, sono 2,67 i miliardi che arriveranno dall’appianamento tra aliquote di gasolio e benzina. Il ministro dell’Ambiente avrebbe infatti commentato: “Non serve ad aumentare le tasse, ma a compensare un passaggio dal no green al green, quindi si parla di un livellamento del passaggio, per esempio come il gasolio. Ma ce ne sono tanti di questi sussidi, che ammontano a oltre 19,7 miliardi di euro su base annua. Noi vogliamo farli diventare 19,7 miliardi di euro green alle stesse categorie, per cui nessuno ci rimette nulla. Il passaggio dai sussidi dannosi ai favorevoli (green) non serve per fare cassa, ma per aiutare coloro che passano al green e quindi rimane alle categorie. In questi giorni, oltre alle associazioni ambientaliste, abbiamo sentito anche l’Unione petrolifera, che non ha alzato le barricate: ha detto ‘ci sta bene’ e ha fatto anzi delle controproposte. E su quello stiamo lavorando assieme”. A commentare la strategia, in forte disaccordo, è Claudio Spinaci, presidente dell’Unione Petrolifera: “Questi 19 miliardi in realtà non esistono, non vengono pagati. Chi utilizza i sussidi non li paga quei 19 miliardi, quindi è evidente che quando verranno pagati con la cancellazione dei sussidi, ci sarà un aumento delle accise”. A rispondere anche una nota dell’Unione Petrolifera, che sembra non condividere affatto l’approccio seguito: “La misura più efficace per ottenere i massimi miglioramenti ambientali dal trasporto stradale resta quella di favorire il rinnovo del parco circolante con la massima velocità, sostituendo i veicoli più vecchi ed inquinanti con veicoli a basse emissioni indipendentemente dalla loro alimentazione senza penalizzare il consumatore finale per il carburante utilizzato: condizionare la rottamazione dei veicoli più vecchi all’acquisto di un auto elettrica, è un meccanismo che consentirebbe, almeno nei prossimi 4–5 anni (quando servirà il massimo sforzo di miglioramento), di incentivare la rottamazione solo di qualche centinaia di migliaia di veicoli, un numero assolutamente irrisorio rispetto ai 14 milioni di veicoli ante Euro 4 in circolazione che andrebbero eliminati. Raccogliamo l’invito del Ministro al confronto purché si possano concretamente superare le criticità sopra illustrate e assicurare che la misura non si traduca in un ulteriore aumento ingiustificato della fiscalità per i consumatori”.