A creare un prospetto sui mesi che ci attendono è il virologo Guido Silvestri, docente negli Usa alla Emory University di Atlanta. Silvestri afferma: “Ci stiamo avviando a quello che sarà la seconda (e credo ultima) stagione autunnale-invernale di convivenza con Covid-19. Le cose da fare sono poche e note”.
A dare una visuale sui prossimi mesi è il virologo Guido Silvestri, docente negli Usa alla Emory University di Atlanta. In un post su Facebook ribadisce le 5 “cose importanti da fare in vista della stagione più fredda»: 1) Continuiamo il contenimento/mitigazione della circolazione del virus con le classiche 3T (testare, tracciare e trattare, ndr); 2) Prepariamoci a livello di medicina del territorio, strutture ospedaliere e Rsa; 3) Limitiamo le infezioni con igiene personale e mascherine al chiuso e dove non è possibile il distanziamento personale; 4) Vacciniamoci contro l’influenza senza tante storie; 5) Cerchiamo di ‘salire in corsa’ sul treno ormai imminente degli anticorpi monoclonali per uso terapeutico e profilattico per soggetti a rischio ed operatori sanitari”. Il virologo Silvestri torna sul punto, visto che, come da lui stesso sostenuto, “Ci stiamo avviando a quello che sarà la seconda (e credo ultima) stagione autunnale-invernale di convivenza con Covid-19”. Per presentarci più preparati all’appuntamento c’è bisogno di prestare sempre attenzione alle misure di prevenzione individuale che ci accompagnano ormai da diversi mesi, senza abbassare la guardia. Si tratta, secondo Silvestri, di un ultimo sprint prima della fine: “Il generale estate ci sta salutando e mentre aspettiamo la vaccinazione di massa per la primavera prossima (se viene prima tanto meglio, ma non contiamoci), cerchiamo di gestire questa ultima grande sfida con intelligenza, coraggio, nervi saldi, serenità e tanto ottimismo. Sono profondamente convinto che siamo in dirittura d’arrivo di questo brutto lungo viaggio della pandemia. Facciamo un ultimo sforzo tutti insieme per arrivare al traguardo, ormai sempre più vicino, nel miglior modo possibile”.
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Un po’ più trattenuta e scettica, invece, la visione di Bill Gates che in un’intervista alla Stampa avrebbe ribadito: se la ricerca di un vaccino contro il coronavirus andrà in porto, la pandemia finirà nel 2022. Se i vaccini “saranno efficaci, anche con un livello di vaccinazione del 60% fermeremo la diffusione esponenziale della malattia. Il prossimo anno porteremo giù il numero dei morti, e nel 2022 la pandemia finirà”. Intanto Bill Gates si dice “pessimista su come sarà l’autunno nell’emisfero settentrionale. Se non avremo interventi il numero dei morti, anche negli Usa, tornerà ai livelli della primavera”. Una buona notizia? “Abbiamo diversi vaccini promettenti, e potrebbero ricevere l’autorizzazione all’uso di emergenza dalla Fda o dalla Mhra entro fine anno, o certamente all’inizio del prossimo. Mi aspetto che due o tre l’avranno. Alcuni pensano prima di novembre, però non è probabile. La Pfizer è l’unica che potrebbe riuscirci, ma molti altri dovrebbero avere i dati dei test entro l’inizio dell’anno prossimo. Il primo vaccino potrebbe non essere quello definitivo, servirà altro lavoro sui secondari”. Poi sarà necessario pensare al post-Covid: “Nel 2022 finiranno i decessi, ma serviranno fra 2 e 3 anni per sanare i danni alla salute globale. Per sanare quelli economici, i Paesi che non possono aumentare il debito avranno bisogno di un decennio“.
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