I negozi ancora in piedi rischiano la chiusura da qui a fine anno con cali del fatturato che sfiorano il -70%. L’allarme di Confcommercio: “abbassare la Tari”, ma anche provvedimenti sugli orari delle Ztl e dei parcheggi a pagamento.
Sos commercio. Nell’era del Covid-19 i negozi di Roma non sopravvivono all’estate, aggiungendosi agli esercizi già chiusi a causa del lockdown e sono disastrose anche le previsioni per Natale, annuncia Confcommercio. In tutto si contano chiusure per il 40% dei negozi a partire da marzo: il 25% nel centro e il 15% nel resto della città. Sono 25mila i negozi che rischiano la chiusura da qui a fine anno di cui circa 5mila i bar e ristoranti. Le più colpite sono le vie dello shopping per antonomasia, ma non c’è distinzione tra quartieri: da via Nazionale a via dei Condotti, da viale Marconi a viale Europa. Dappertutto si registrano saracinesche abbassate, liquidazioni per cessate attività e pochissimi clienti. Il settore ad essere più colpito è senz’altro quello dell’abbigliamento, in picchiata con l’incremento dell’e-commerce, a cui i clienti si sono rivolti specialmente durante i mesi più duri della pandemia.
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Confcommercio
Davide Sermoneta, presidente di Confcommercio Centro Storico, dipinge un quadro piuttosto fosco della realtà dei commercianti romani e spiega come dai negozi di lusso, ai negozi aziendali di seconda fascia, agli esercizi di vicinato, tutti indistintamente abbiano subito un durissimo calo del fatturato a causa del lockdown: -70% per i negozi del centro storico; -40% per gli altri. I primi, spiega Sermoneta, non chiudono per non abbandonare la posizione strategica, ma difficilmente riescono ad essere raggiunti dalla clientela, messa a dura prova dalle Ztl che costellano tutto il centro della Capitale. I negozi di vicinato, prosegue il presidente di Confcommercio, non hanno i soldi per chiudere, mentre gli esercizi aziendali di seconda e terza fascia, esclusi dagli aiuti, non ci hanno pensato due volte a chiudere e attivare la cassa integrazione.
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Una possibile soluzione
“In questo momento drammatico, se si vogliono sostenere le imprese e il lavoro che generano, afferma Confcommercio, occorrono provvedimenti per sostenere i consumi e che riducano pressione fiscale e i costi dei servizi pubblici”. In buona sostanza la Confederazione dei commercianti chiede al Comune di Roma: l’abolizione delle Ztl nel centro storico e la modifica della tariffazione sulla sosta, per facilitare l’accesso ai negozi da parte dei clienti, e la riduzione della Tari del 25% poiché con il lockdown i rifiuti prodotti sono diminuiti e i fatturati prosciugati.