Piemonte, si scatenano le proteste contro la proposta dell’assessore Marrone sull’aborto. Salvini e maggioranza contro la “delibera oscurantista”. La sindaca Appendino: “È solo becera propaganda”.
Forti le polemiche scatenatesi contro la giunta di centrodestra, guidata da Alberto Cirio, in Piemonte. Galeotta sarebbe l’imminente approvazione di una delibera che si scaglia “contro le linee-guida sull’interruzione volontaria di gravidanza“. Una contro-proposta lanciata contro il ministero della Salute, dunque, che prevede lo stop della somministrazione della Ru486 nei consultori, lo stop della distribuzione in Day Hospital alla fine dell’emergenza Covid, e il raccordo delle istituzioni con i movimenti pro vita.
Tali linee, che la Regione Piemonte potrebbe approvare a breve, si portano in aperto contrasto con quelle emanate invece dal ministero della Salute. L’iniziativa, così come viene riportato da La Stampa, è dell’assessore Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia, che già ad agosto aveva attivato l’Avvocatura regionale contro il governo.
La proposta dell’assessore Maurizio Marrone
Le ultime direttive del ministero, relative alle modalità di somministrazione della pillola abortiva Ru486, erano state già annunciate da Roberto Speranza un mese fa su Twitter. “Le nuove linee guida, basate sull’evidenza scientifica, prevedono l’interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico in Day Hospital e fino alla nona settimana. È un passo avanti importante nel pieno rispetto nella 194 che è e resta una legge di civiltà”, si leggeva infatti nel post.
Ma a remare contro tali linee guida è proprio uno dei suoi assessori, Maurizio Marrone. Per Marrone, infatti, le novità introdotte dal ministero semplificano e banalizzano la procedura di aborto farmacologico, “oltre a rappresentare un potenziale pericolo per la salute delle donne, private del supporto medico in un momento estremamente difficile”.
L’assessore si è dunque rivolto all’Avvocatura piemontese per provare a fermare ciò che viene definita come “l’offensiva del governo giallorosso” sui temi etici. “Eliminando l’obbligo di ricovero, la norma autorizza il ricorso alla pillola in regime ambulatoriale, quindi anche presso i consultori familiari, trasformandoli da luoghi preposti all’informazione per una scelta consapevole, come prevede la legge 194, in ‘abortifici’ dove attuare direttamente l’interruzione di gravidanza”, ha infatti tuonato Marrone.
Per questo motivo, assieme ai legali regionali, l’assessore ha avanzato delle “contro-linee guida”, che prevedono il divieto di somministrazione del farmaco nei consultori, lo stop alla distribuzione della pillola in Day Hospital, così come anche l’avvio di una collaborazione con le realtà pro vita per sostenere le madri che decidono di proseguire la gravidanza.
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Scattano le polemiche, maggioranza e Salvini contro Marrone
All’apprensione di una tale decisione, non sono tardate ad arrivare le polemiche. Se il Centrosinistra e Movimento 5 Stelle accusano Marrone di “oscurantismo” e di fare propaganda “cancellando i diritti”, anche la sindaca di Torino Chiara Appendino respinge con forza la delibera avanzata da Marrone, vista come una “becera propaganda sul corpo delle donne“. Ma anche il leader della Lega, Matteo Salvini, rema contro la proposta dell’assessore di Fratelli d’Italia. “Lasciamo che siano le donne a decidere della loro vita e del loro futuro”, ha infatti esordito il leader del Carroccio.
Mentre direttamente dal ministero, l’assessore leghista alla Sanità Luigi Icardi cerca di placare le acque: “Al momento non abbiamo preso alcuna decisione. L’assessore agli Affari legali sta verificando eventuali profili di illegittimità del provvedimento del ministero. Ma l’argomento non è ancora approdato al tavolo della giunta, né è stato oggetto di valutazioni etiche da parte mia”.