Omicidio di don Roberto, l’arrestato cambia versione: “Non sono stato io”

Ridha Mahmoudi, il 53ennne tunisino, dichiaratosi inizialmente colpevole della morte di don Roberto Malgesini, ha cambiato completamente versione davanti al gip. Convalidato l’arresto per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.

Omicidio di don Roberto, l’arrestato cambia versione

Mahmoudi Ridha, il tunisino di 53 anni, arrestato per l’omicidio di don Roberto Malgesini, il sacerdote di 51 anni ucciso a coltellate martedì mattina a Como, in piazza San Rocco a poca distanza dalla chiesa, ha ritrattato e cambiato completamente versione. “Non ho ucciso io don Roberto”: ha dichiarato Ridha Mahmoudi davanti al gip.

Omicidio don Roberto Malgesini
don Roberto Malgesini

Poco dopo il delitto, Ridha si era presentato in caserma dai carabinieri, confessando di aver ucciso don Roberto. “Sono vittima di un complotto, tutti sono contro di me e vogliono che sia espulso dall’Italia”: ha detto il tunisino, irregolare dal 2014. Mentre questa mattina, davanti al giudice delle indagini preliminari, Laura De Gregorio, assistito dal legale Davide Giudici, il 53enne ha cambiato versione e ha dichiarato di essere del tutto estraneo all’omicidio. Ridha è rimasto davanti al giudice per poco più di mezz’ora. Ha ripetuto di essere vittima di un complotto, ma ha negato di aver colpito don Roberto. Nell’aggressione, il tunisino 53enne si era anche ferito a una mano e nelle ore successive era stato medicato in ospedale. Eppure, dopo aver negato di essere il responsabile dell’omicidio, nell’interrogatorio Mahmoudi non avrebbe accusato altre persone dell’omicidio. Tuttavia, al termine dell’interrogatorio è stato confermato l’arresto e la custodia cautelare in carcere. Mahmoudi si trova ora presso il carcere di Bassone, in isolamento ed è accusato di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione. Il legale, Davide Giudici, chiederà la perizia psichiatrica.


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Nel primo interrogatorio, Mahmoudi aveva ripetuto che voleva colpire don Roberto. Anche se il sacerdote lo ha sempre aiutato, il tunisino lo riteneva tra i responsabili del presunto “complotto” per allontanarlo dall’Italia. Sul corpo di don Roberto intanto è stata eseguita l’autopsia e la salma è stata poi restituita alla famiglia. Il feretro è tornato per un breve momento di preghiera in Rocco, poi è stato riportato nel paese di origine, nonché Rogoledo di Cosio in Valtellina dove venerdì alle 17.00 sarà celebrato il rito funebre. Mentre, sabato alle 9.30, in Cattedrale a Como, sarà celebrata una messa di suffragio.

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