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Cronaca

Italo Treno: ” Con queste norme anti-Covid ci fermeremo entro due mesi”

 “Ci sono 1.500 famiglie a rischio che arrivano a 5 mila considerando l’indotto”. E’ preoccupato Gianbattista La Rocca, amministratore delegato di Italo-Ntv, che spera in un ripensamento da parte del Comitato tecnico scientifico, sulla questione del tetto alla capienza per i convogli dell’Alta velocità imposta dalla norma anti-Covid.

Secondo l’ad di Italo, “c’è disparità tra i mezzi di trasporto e c’è anche tra imprese concorrenti. Trenitalia, da azienda di Stato, opera anche gli intercity e i regionali. Sono tratte sussidiate mentre noi andiamo avanti con le nostre forze, senza alcun aiuto pubblico. I nostri ricavi dipendono solo dai biglietti venduti. Abbiamo due conti economici completamente differenti”. Inoltre, sempre secondo lui, l’azienda lavora in condizioni ingestibili. “Oggi non copriamo nemmeno i costi operativi”, dice La Rocca mentre fa un po’ di conti: “In 9 anni abbiamo acquistato 51 treni, che vanno pagati. La situazione è ingestibile e non vorrei che ciò apparisse come una minaccia: è solo la costatazione che con questo livello di ricavi l’azienda non ce la fa a stare in piedi. Se permangono certe condizioni  dal 1 ottobre ridurremo i servizi da 87 a 60 giornalieri. Quindi nel giro di due mesi ci fermeremo con gravi ripercussioni sull’occupazione”, conclude infine.


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La Rocca:” equiparate l’Av alle linee guida anti-Covid come gli altri trasporti”

L’amministratore delegato di Ntv che gestisce i treni Italo ha commentato affermando che “se va vanti così l’Alta velocità non avrà più un concorrente privato”. La Rocca chiede al governo di equiparare l’Av al resto dei trasporti per permettere una capienza fino all′80% mentre oggi si è fermi al 50. “Se non cambiano idea, entro due mesi saremo costretti a fermare i treni. Abbiamo 200 milioni di perdita, e chiuderemo l’anno in rosso di 400 milioni. Impossibile da sostenere” commenta in un’intervista a Il Fatto Quotidiano, l’ad di Italo. E ancora: “Non siamo contro la sicurezza, ci mancherebbe, ma le regole o sono uguali per tutti o non lo sono”. Infine aggiunge: “C’è una grande disparità tra concorrenti. Noi viviamo solo dei biglietti, Trenitalia è anche sui servizi regionali, che sono sussidiati, così come gli Intercity. Da una parte un privato e dall’altra un’impresa sussidiata tramite altri business. Non c’è partita”.

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