La consulenza tecnica disposta dalla Procura di Siena sull’incidente che ha coinvolto Alex Zanardi rende noti alcuni particolari. Resta iscritto al registro degli indagati il conducente dell’autocarro con cui si è scontrato l’ex pilota.
Arriva l’esito della perizia tecnica sull’incidente dello scorso 19 giugno, avvenuto tra Pienza e San Quirico d’Orcia. Il personaggio più illustre a restare coinvolto in questo scontro fu Alex Zanardi, il quale finì addosso a un autocarro che procedeva nella direzione opposta. E la consulenza tecnica disposta dalla Procura di Siena sull’incidente, nel quale l’atleta paralimpico è rimasto gravemente ferito, svela alcuni dettagli molto importanti. In particolare si tratta di aspetti tecnici che potrebbero delineare ulteriormente la strada per gli inquirenti.
La handbike sulla quale quel giorno viaggiava Zanardi, stando al parere degli inquirenti, sarebbe stata regolarmente funzionante dal punto di vista meccanico. Al tempo stesso, non sono stati rilevati difetti nel manto stradale sul quale l’ex pilota di motorsport stava viaggiando insieme ad alcuni amici. Zanardi e altri atleti paralimpici erano impegnati nella staffetta benefica “Obiettivo Tricolore”. Era una gara non agonistica che era stata organizzata per mettersi alle spalle il pessimo periodo causato dalla quarantena e dal lockdown imposti per l’emergenza Covid.
L’ingegnere Dario Vangi ha depositato la relazione richiesta dalla Procura che sta indagando sull’incidente. In particolare, a richiedere questa perizia erano stati il procuratore Salvatore Vitello e il pubblico ministero Serena Menicucci. L’operazione di consulenza era iniziata lo scorso 16 luglio e si conclusa nei tempi stabiliti dalla legge, ovvero 60 giorni dopo l’inizio dei lavori. Vangi, che professore di progettazione meccanica e costruzione di macchine del Dipartimento di ingegneria industriale dell’Università di Firenze, ha effettuato un sopralluogo sul punto dell’incidente.
Dopodichè, dopo aver effettuato la perizia per verificare le condizioni del manto stradale, Vangi si è soffermato sulle condizioni del mezzo sul quale viaggiava Zanardi. Le analisi da lui condotte avrebbero escluso una qualsiasi forma di malfunzionamento della handbike del campione emiliano. Ricordiamo che Vangi ha avuto un ruolo fondamentale anche in altri incidenti avvenuti in terra toscana. Fu lui a effettuare la perizia dopo l’incidente in rally del 2010 che costò la vita all’ex ciclista Franco Ballerini. E a lui fu affidata anche la consulenza tecnica sul disastro ferroviario di Viareggio.
Nel frattempo, non cambia ancora nulla dal punto di vista giudiziario. Resta ancora nel registro degli indagati Marco Ciacci, il trasportatore che conduceva l’autocarro, ma solo “come atto dovuto”. Non si tiene però conto solo della consulenza tecnica di Vangi, visto che gli inquirenti hanno in mano anche le relazioni contenenti le osservazioni dei consulenti di parte. Da una parte c’è la relazione dell’ingegnere Mattia Strangi, nominato dal legale della difesa; dall’altra c’è quella del collega Giorgio Cavallin, che invece rappresenta le tesi dell’accusa e della famiglia Zanardi.
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Sulla base della consulenza tecnica e delle due ricostruzioni delle due parti in causa, procederà il processo. Ora tutto passerà sotto lo sguardo attento del pubblico ministero Menicucci e del procuratore Vitello. Saranno loro a valutare se saranno necessarie nuove indagini per approfondire eventuali nuove questioni da tenere in considerazione. In alternativa, si passerà al procedimento penale in merito all’incidente che ha rischiato di costare la vita a Zanardi. Le opzioni in questo caso sono due: archiviazione del caso oppure rinvio a giudizio per il conducente dell’autocarro.