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La scuola riparte, ma non ci sono banchi e docenti
In tutta Italia mancano banchi monoposto e docenti. Decine di alunni disabili costretti a stare a casa perché non ci sono insegnanti o maestri di sostegno.
“Sarà un anno straordinario”. Così il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha saluta l’inizio del nuovo anno scolastico. Ma la ripartenza in tempo di pandemia non può essere raccontata come un successo. Molti ancora i problemi da risolvere, a partire da quello degli istituti che si sono dovuti arrendere di fronte alle troppe difficoltà e rimandare almeno di una settimana l’apertura. Nel Lazio ad esempio sono almeno il 5 per cento, secondo i dati forniti dal presidente dell’Associazione presidi di Roma, Mario Rusconi. È il caso, ad esempio, di una scuola elementare della Capitale, che non ha potuto riaprire per la presenza di quattro cantieri, o dei tre istituti comprensivi del comune di Marino che accoglieranno gli studenti soltanto il 24 settembre. Il motivo, in questo caso, come si legge nell’ordinanza del sindaco della cittadina dei Castelli Romani, sono i “problemi organizzativi”, legati “alla disponibilità dei banchi monoposto necessari a tutti gli alunni ed agli organici del personale docente ed Ata al momento incompleti”. “La prima tranche di banchi monoposto spediti dal governo è arrivata stamattina, consideri che noi avremmo dovuto predisporre tutto l’11 settembre”, spiega in una intervista al Giornale.it il professor Giuseppe Di Vico, preside dell’Istituto Comprensivo Marino Centro. La scuola aveva restituito i banchi doppi per smaltirli e a causa delle consegne in ritardo nel plesso delle elementari aveva dovuto ovviare al problema sfruttando le postazioni della mensa. “Le istituzioni ci hanno preso in giro fino all’ultimo con indicazioni vaghe e contraddittorie, nonostante le promesse i banchi sono arrivati in ritardo e solo in parte, il risultato è che i bimbi rimarranno a casa per un’altra settimana“, si sfoga con rabbia la mamma di un alunno. Ad essere arrivato a destinazione è soltanto l’8% dei banchi, ha fatto sapere il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannell”Le scuole che, per ora, sono rimaste senza, ha spiegato, “stanno ricorrendo a degli stratagemmi”. Uno di questi è quello di eliminarli del tutto, come è successo al liceo Visconti di Roma, dove alcuni ragazzi, intervistati da La Stampa, si sono lamentati dell’impossibilità di prendere appunti “con libri e quaderno sulle gambe”.
Il caso più emblematico però è quello denunciato dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che su Twitter ha postato la foto di una classe di bimbi in ginocchio sul pavimento, costretti a scrivere sulle sedie per la mancanza di banchi. “Ma dove sono finiti quelli che avevate promesso?” ha protestato il governatore ligure, che ha fatto sapere di aver già contattato la direzione scolastica. È botta e risposta sulle mascherine, invece, tra il commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri, e il Codacons. L’associazione ha raccolto la denuncia dei genitori dei bimbi che frequentano l’Istituto comprensivo Pincherle nel quartiere Ostiense a Roma. Qui a mancare, oltre ai banchi monoposto sarebbero anche le mascherine. Il commissario del governo però smentisce. Invitalia ha fatto sapere di aver inviato al Pincherle oltre 15mila mascherine, testimoniate dalle bolle di consegna. I banchi, invece, spiega la nota, arriveranno “entro fine settembre”. Poi c’è la questione del corpo docente. Soltanto a Milano, secondo i dati forniti all’Adnkronos dal segretario di Cisl Scuola, Massimiliano Sambruna, “manca un insegnante su 5”. Senza contare i maestri di sostegno: ne mancherebbero all’appello 2.065, la metà di quelli necessari alle scuole milanesi. Non va meglio nella Capitale dove per lo stesso motivo molti studenti disabili sono stati costretti a rimanere a casa.