Gli esperti del laboratorio di Pomezia, che stanno lavorando anche al vaccino. rendono noti i risultati di un nuovo studio. A mettere paura è l’attacco che il Coronavirus mette in atto ai danni degli organi.
Continuano a venire a galla nuovi studi che riguardano l’analisi del Coronavirus. L’ultimo in ordine di tempo è stato completato dagli esperti del laboratorio di Pomezia. Si tratta di uno dei luoghi simbolo nella lotta contro il Covid-19, in quanto qui è stato sviluppato uno dei vaccini considerati più promettenti. Stiamo parlando dell’Azd1222, la cui fase di sperimentazione era giunta a buon punto prima dello stop temporaneo stabilito sul piano internazionale. Ma nel frattempo i loro studi sul Coronavirus non si fermano, compresi gli allarmi lanciati alla popolazione.
E allora ecco che la direttrice scientifica di Advent-Irbm Stefania Di Marco svela un nuovo dettaglio da tenere in estrema considerazione. Stando a quanto ha rivelato la responsabile del progetto del laboratorio di Pomezia, è venuta fuori una nuova scoperta che può far venire l’allarme. “Il virus non attacca solo i polmoni, ma una pluralità di organi. I reni, il fegato e, ora è stato dimostrato, anche il cervello“, ha dichiarato la Di Marco. Dunque a mettere paura agli esperti del laboratorio laziale, è il fatto che gli organi potrebbero essere messi sotto attacco dal Covid-19.
Il laboratorio di Pomezia ha aperto le porte per primo alla possibilità di creare un vaccino che contrasti il Coronavirus. E nel mese di maggio sono partite le prime provette di antidoto, ma nel frattempo si continua a lavorare per scoprire ogni singola sfaccettatura di questo virus. Tanto che la Di Marco insiste nel rimarcare la paura per questa nuova svolta sul Covid-19: “Non mi aspettavo questi nuovi effetti, un virus respiratorio di solito lascia cicatrici sui polmoni ma non intacca altro“. Ma la sua non è l’unica voce che compone un coro che vuole scuotere le coscienze e invitare alla prevenzione.
Lo stesso concetto è stato infatti espresso da Annalise Di Marco. Sorella di Stefania, è lei a occuparsi della sezione High-Content Biology e Screening della Irbm. “L’aggressione a più organi è la caratteristica che più spaventa del Covid“, ha dichiarato ai colleghi di Repubblica che si sono recati al laboratorio di Pomezia. A loro si aggiunge anche Christian Montalbetti, direttore della sezione Chimica, il quale ribadisce che il Coronavirus “ha una trasmissibilità elevatissima“. Dunque non si lavora solo al vaccino contro il Covid-19, ma anche alla scoperta dei suoi nuovi effetti.
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Piero Di Lorenzo, amministratore delegato della Irbm, ha detto la sua sui passi fatti nella lotta contro il Covid. “Lo stop temporaneo dei test è stata una cosa di routine – dichiara a proposito della sospensione degli studi sul vaccino – . Capita quando il campione è ampio e composto anche da soggetti non perfettamente sani. Appena si è capito che la reazione avversa non era dovuta al vaccino, la sperimentazione è ripresa. Se tutto andrà liscio, l’Italia avrà 3 milioni di dosi entro la fine dell’anno, da somministrare alle persone più a rischio: anziani e operatori sanitari“. E sulla quantità di vaccini disponibili, Di Lorenzo svela che “se sarà necessario, siamo pronti a garantire 10 milioni di dosi all’anno“.