Sospiro di sollievo per gli anziani: percentuale di guarigione dal Covid più alta

Quello di Silvio Berlusconi è solo uno dei casi che stanno accadendo nelle ultime settimane. I tempi terribili vissuti in primavera, almeno per gli anziani positivi al Coronavirus, sembrano lontani.

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Gli anziani sono meno vulnerabili al Covid – meteoweek.com

Il caso di Silvio Berlusconi, in realtà, non è poi così casuale. L’ex presidente del Consiglio era risultato positivo al Covid-19 lo scorso 3 settembre e dopo dieci giorni di ricovero al “San Raffaele” di Milano è stato dimesso in buone condizioni. Ma non è solo il Cavaliere a rappresentare gli uomini un po’ più anziani ad aver maggiori possibilità di sconfiggere il Coronavirus. Bisogna davvero credere che se questo folto gruppo di anziani si fosse ammalato tre mesi fa sarebbe morto, come sostiene il professor Zangrillo? Numeri alla mano, si potrebbe dar ragione al primario di terapia intensiva del nosocomio milanese.

E a dar man forte all’uscita di Zangrillo sulla tenuta dei pazienti più anziani, ci pensa un suo collega, Massimo Galli, primario di malattie infettive del “Sacco” di Milano, crede che le cose siano cambiate. Ovviamente, in meglio: “Andate a rivedere i dati, anche nella prima fase dell’epidemia la maggior parte degli anziani contagiati si salvava. Noi abbiamo fatto un’indagine di sieroprevalenza a Castiglione d’Adda, abbiamo scoperto che tra i novantenni il 30 per cento era stato infettato, eppure non aveva avuto diagnosi, perché senza sintomi o con sintomi lievi“.

L’istituto superiore di sanità ha raccolto alcuni dati in merito alle fasce di età più alte in Italia. Gli anziani tra gli 80 e gli 98 anni di età hanno ancora il tasso di letalità più alto causato dal Covid. Al tempo stesso, però, sale anche la percentuale di persone che sono riuscite a sopravvivere, ben il 65,9%. La fascia di età immediatamente inferiore, ovvero quella tra i 70 e i 79 anni, indica un tasso di letalità abbastanza elevato, ma almeno il 75% di loro si salva. Dunque ne consegue una riflessione: non è cambiata più di tanto l’incisività del Covid, specialmente negli anziani, bensì la rapidità con cui si accede alle cure.

Silvio Berlusconi – meteoweek.com

E il professor Galli, in questo senso, è stato molto chiaro. Un suo tweet di poche ore fa spiega ancor più chiaramente la situazione: “Molti nonni temono conseguenze dalla riapertura delle scuole. Dicono “sono vecchio, se la prendo muoio”. Non è così. Molti ospiti delle Rsa hanno superato Covid, non pochi anche senza sintomi. Niente panico. Solo la giusta attenzione e un po’ più di cautele stando coi nipoti“. Secondo il primario di malattie infettive del “Sacco”, è necessario “non far passare il messaggio che un anziano positivo debba per forza avere un esito fatale della malattia“.

Le statistiche non dicono questo – prosegue Massimo Galli – , così come i nostri studi che abbiamo concluso sul caso campione di Castiglione d’Adda. Il tasso di letalità è sicuramente più alto tra gli anziani, ma è più basso di quanto dicano i numeri, perché una parte di loro sicuramente è stata positiva senza che venisse mai eseguito il tampone. Anche nelle Rsa, dove purtroppo in molti sono morti, però c’è stato un numero elevato di ospiti che erano positivi, ma l’hanno superata“. Dunque la cautela non è mai abbastanza, ma con la giusta tempestività possono evitarsi tragedie immani.

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Anche perchè, come ribadisce il professor Galli, diversi anziani si sono salvati anche quando l’epidemia di Covid era da poco iniziata in Italia. “Non si può parlare di un cambiamento della malattia. Semmai è vero che, rispetto ai bambini e ai ragazzi, gli anziani sono più suscettibili, si infettano più facilmente. Nei più giovani la trasmissione del virus è meno frequente e questo ci fa ben sperare nella sostenibilità degli effetti della riapertura delle scuole“.

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