I docenti che non potranno condurre le lezioni troveranno spazio come segretari o negli archivi. Intanto il ministro della scuola parla di due milioni e mezzo di banchi in arrivo. Pronti anche 94 milioni di mascherine.
Il mondo della scuola si adegua, mentre nella maggior parte delle regioni italiane riaprono i plessi. E soprattutto si lavora sul ruolo dei docenti, in particolare quelli che rischiano di risultare positivi al Covid. Al loro posto, a tenere le lezioni per i propri studenti, ci sarà un supplente derivante dalle graduatorie attualmente in vigore. In ogni caso, gli insegnanti che non potranno svolgere la propria mansione avranno a disposizione una seconda chance. Per loro, infatti, sono previsti compiti da svolgere in aree della scuola in cui non possono venire a contatto con altre persone.
Dunque, gli insegnanti potranno trovare spazio nelle segreterie e nelle biblioteche. Due aree cruciali per il buon funzionamento di ogni scuola, ma che possono essere gestiti anche a distanza. La situazione da valutare con maggiore attenzione è quella che riguarda i docenti già risultati positivi e che si sono visti confermare l’esito con il secondo tampone. In particolare, è una questione da analizzare soprattutto in vista dell’arrivo dei mesi più freddi, in cui i sintomi saranno più evidenti e frequenti. Per questo motivo, il tema dei lavoratori fragili nel mondo della scuola torna d’attualità.
I docenti o il personale Ata possono richiedere una visita ad hoc grazie alle attività di sorveglianza sanitaria. Da qui si potrà valutare l’eventuale idoneità alle attività a scuola. Ovviamente non si tratta di un problema legato all’età del lavoratore, ma bensì di un eventuale rischio di contrarre il Covid-19. Due esempi tra i più lampanti riguardano i soggetti cardiopatici e i malati oncologici. Per loro, ma anche per altre categorie di lavoratori fragili, ci sarà un medico a stabilire le condizioni di salute. Da qui si capirà se potranno continuare a lavorare a scuola oppure no.
E a proposito di fragilità, ci sono quelle legate alla stabilità del posto di lavoro. E proprio i supplenti, chiamati in fretta e furia dopo che sono emersi oltre 13mila casi di positività tra i docenti “titolari”, fanno sentire la propria voce. Lo hanno fatto attraverso Francesco Sinopoli, segretario nazionale della Flc Cgil: “Abbiamo chiesto che a questi lavoratori venga garantito lo stesso trattamento sia dal punto di vista del rapporto di lavoro, che del trattamento economico. Solo uno di questi due punti è stato acquisito: il diritto a stipulare comunque il contratto a tempo determinato spettante sia nel caso in cui, successivamente alla stipula, dovesse essere certificata la situazione di fragilità, sia nel caso in cui questa situazione sia già preesistente“.
Ma nel frattempo ha preso la parola Lucia Azzolina. Il ministro per l’istruzione ha voluto introdurre il giorno di riapertura della scuola con un’intervista nella trasmissione “Live – Non è la D’Urso” su Canale 5. La Azzolina ha fatto il punto sulla consegna del materiale scolastico e dei dispositivi di protezione individuale. “I dirigenti scolastici ci hanno chiesto 2,4 milioni di banchi: alcuni sono già stati consegnati, tutti gli altri lo saranno da adesso a fine ottobre. Mascherine? Al momento ne sono state inviate 94 milioni. Si stanno distribuendo in tranche“.
La Azzolina ha parlato anche degli esami di Stato, condotti in porto nonostante le critiche e le perplessità. “Li abbiamo già fatti e sono andati bene, malgrado tanti pensassero che non si potevano fare in presenza. Ora abbiamo una notte ancor più importante, riporteremo tutti a scuola“. E poi il ministro per l’istruzione prova a fare chiarezza sulla partenza del nuovo anno scolastico: “Le mamme misureranno la temperatura a casa, è stata una scelta molto ponderata. Se un bambino ha la febbre, ha molto più senso misurare la temperatura a casa piuttosto che mandarlo a scuola e far ammalare i compagni. Specie se chi ha la febbre ha anche il Covid“.
“Non dobbiamo curare il problema quando si presenta, dobbiamo provare a prevenirlo prima – sostiene la Azzolina – . Mi fido delle famiglie italiane, so che lo faranno“. Il ministro ha parlato anche della polemica sui banchi e di un investimento che era necessario: “Sui banchi in questo Paese non si è mai investito. 400mila dei nuovi banchi sono volgarmente detti a rotelle, hanno delle sedute innovative. Per le consegne siamo partiti dalle zone più colpite dall’epidemia: Alzano, Nembro, Bergamo, Brescia, Treviso e anche in alcune scuole di Roma“.
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A proposito del flusso di denaro, la Azzolina svela che “non ne sono mai arrivati tanti ai dirigenti scolastici come in questo momento“. Sottolineando la fornitura di 330 milioni di euro con il decreto Rilancio. E sempre a proposito di investimenti, il ministro pone l’accento sul lavoro fatto per creare nuovi spazi per la scuola italiana. “Abbiamo lavorato tutta l’estate per evitare quello che altri Paesi hanno fatto, noi abbiamo lavorato per garantire il metro di distanza. Sono stati fatti tantissimi lavori di edilizia scolastica leggera, abbiamo investito circa 300 milioni di euro e abbiamo ricavato 30mila spazi in più“.
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