Gabriele e Marco Bianchi, accusati della morte del giovane Willy Monteiro Duarte, sono stati condotti a Rebibbia una settimana fa: “Ma in carcere si beve solo acqua?”, avrebbero chiesto al loro ingresso.
Si sono aperte le porte del carcere per i due fratelli Bianchi, accusati della morte (insieme con Mario Pincarelli e Francesco Belleggia) del giovanissimo Willy Monteiro Duarte. Gabriele e Marco, uno di 26 e l’altro di 24 anni, sono stati condotti nel carcere romano di Rebibbia durante la serata di domenica 6 settembre. I due saranno quindi ospitati per 14 giorni in una cella d’isolamento, così da poter scontare il periodo precauzionale imposto dalle norme anticontagio. Ma nonostante tutta la gravissima situazione, i due fratelli paiono preoccuparsi di altro.
“Ma adesso saremo costretti a bere l’acqua di rubinetto?“, avrebbero infatti chiesto preoccupati a chi si è occupato di scortarli nella casa circondariale. “Ossessionati dalla cura del corpo e dalla bella vita“, spiegano infatti le penne de Il Messaggero, per i due fratelli la mancanza dell’acqua minerale rappresenta un vero e proprio “cruccio”.
I fratelli Gabriele e Marco Bianchi, rei del pestaggio-omicidio del 21enne Willy Monteiro Duarte, sono in isolamento a Rebibbia ormai da una settimana, per ottemperamento della normativa anti-Covid imposta dal periodo. I due, però, potrebbero rimanere confinati anche allo scadere della quarantena sanitaria disposta per tutti i nuovi ingressi in carcere, dato il clima che nella struttura penitenziaria romana si è già sollevato.
Gli stessi legali dei presunti assassini di Willy Monteiro, gli avvocati Mario e Massimiliano Pica, avrebbero infatti chiesto al giudice di tutelare l’incolumità dei loro assistiti, di tenere conto delle circostanze dell’arresto e dei rischi connessi ad eventuali ritorsioni nei loro confronti da parte degli altri reclusi ospitati nel carcere. Già Francesco Belleggia (l’unico a cui sono stati concessi i domiciliari) nei due giorni di detenzione a Rebibbia avrebbe infatti subito insulti e gesti d’odio perpetrati da parte degli altri detenuti – si parla di sputi e di intonazioni quali “Non vi vogliamo!”.
Sempre secondo quanto viene riportato da Il Messaggero, inoltre, questa mattina gli avvocati degli indagati hanno programmato il ricorso al Riesame contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, con lo scopo di confutare le ragioni che hanno portato la trasformazione del capo di imputazione da omicidio preterintenzionale a omicidio volontario. Sarà dunque il Riesame a decidere per il rigetto o per l’accoglimento della richiesta – che nel caso avvenisse, potrebbe permettere agli accusati di lasciare il carcere e andare ai domiciliari.
Nel frattempo, le indagini per far luce sulla drammatica vicenda proseguono. Nella caserma dei carabinieri di Colleferro si stanno raccogliendo nuove testimonianze in merito a quel brutale pestaggio avvenuto in largo Oberdan. Il sindaco Pierluigi Sanna ha mosso un appello a tutti coloro che quella sera erano in zona, chiedendo loro di prendere coraggio e di farsi avanti, per non lasciare gli amici di Willy da soli in aula a testimoniare.
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