Colpiti dalla terribile morte di Willy Monteiro, gli abitanti di Colleferro non vogliono però che si generalizzi: il loro paese non è un luogo di violenza.
“Poteva succedere anche a me, a ciascuno di noi. Ma Colleferro non è il far west”: così la pensano in molti tra i residenti del paese laziale dove, nella notte tra il 5 ed il 6 settembre, è stato ucciso Willy Monteiro. Il loro paese non è la frontiera della violenza, delle risse, della movida incontrollata. Che in alcuni casi si siano registrate scazzottate tra ragazzi, la sera, fa parte della normalità: Colleferro, i suoi locali, i suoi bar sono un punto di riferimento per i giovani della zona. Molti utenti della “movida” sono “di fuori”, proprio come i quattro presunti assassini di Willy. Ma non c’è nulla di anormale, almeno secondo alcuni residenti. E non sono ben accette generalizzazioni ed estremizzazioni nel descrivere le notti di Colleferro. Nel video alcune testimonianze di cittadini, colpiti dalla tragica morte di Willy.
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