Funziona così: compri in negozio con carte o app, e lo Stato ti rimborsa una parte della spesa. È il sistema riproposto dal Governo nel decreto Agosto, per ridurre l’utilizzo del contante e contrastare l’evasione fiscale. Quali strumenti servono per tagliare le spese?
Un sistema già ampiamente rodato da applicazioni e siti specializzati, che incentivano gli acquisti in modo da riaccreditare all’utente una percentuale del denaro speso. Si tratta, in fin dei conti, di un meccanismo di marketing che nel tempo si è affiancato ai “vecchi” codici sconto. Una strategia che il Governo tenta ora di percorrere, affiancandola alle altre misure del nuovo “piano cashless”. In partenza il prossimo 1° gennaio, toccherà anche il credito d’imposta del 30% delle commissioni sull’uso delle carte (per i piccoli esercenti) in vigore dal il 1° luglio scorso. Il cashback di Stato era già stato previsto nella legge di bilancio 2020, ma non era ancora stato attuato. Ora la misura viene riproposta e rifinanziata, con l’intento di iniziare. Al momento, dunque, sono evidenti solo i contorni dell’operazione: anche se qualche chiara informazione ce l’abbiamo già. Ecco cosa sappiamo.
Questo è un punto abbastanza chiaro. Gli strumenti di pagamento ammessi al cashback sono le carte di debito o di credito. Ma non solo. Il bonus si potrà ottenere pagando anche con smartphone (o con smartwatch e wearable, cioè gli apparecchi “indossabili”, come i braccialetti). Oppure tramite i servizi digitali, i quali associano all’applicazione direttamente l’Iban del conto corrente: come per esempio Satispay, BancomatPay, o anche a PayPal. Le applicazioni degli istituti di moneta elettronica (tipo Satispay, appunto) rientrano infatti tra gli strumenti alternativi al contante del tutto utili dal punto di vista fiscale. Innanzitutto rispettano a pieno il requisito di tracciabilità delle spese richiesto per la detrazione del 19 per cento. Una spesa già abbastanza consistente per più della metà della popolazione italiana.
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La norma sul cashback introdotta nella legge di Bilancio 2020 era stata inizialmente pensata solo per alcune tipologie di attività: barbieri, parrucchieri, servizi di cura della persona, ristoranti e via dicendo. Ma proprio perché con il bonus si cerca di disincentivare l’uso del contante, restano infatti escluse le spese online. Secondo quel che hanno riferito gli operatori in contatto con il presidente Giuseppe Conte, si ipotizza un cashback pari al 10 per cento. Che però potrà scattare per spese da 3mila euro in su. Inoltre sarà previsto anche un numero minimo di transazioni da effettuare. Le soglie di spesa poi potranno essere variabili in base al reddito e alle abitudini dei consumatori. Nella conferenza stampa di presentazione del Dl Agosto, Conte aveva anticipato che il bonus sarebbe potuto arrivare fino a 2 mila euro.
Il meccanismo sarà attivo per le spese sostenute dal prossimo 1° dicembre. Ma c’è un punto ancora da capire: le modalità di rimborso. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha dichiarato che il rimborso avverrà con una sorta di sistema a punti e in due tranche semestrali. Ancora da stabilire attraverso quale forma: se con un accredito diretto sul conto corrente o in altra modo.
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