Una nuova Pace fiscale per beneficiare di sconti e agevolazioni sui debiti degli italiani in crisi. Ma sarà davvero possibile metterla in pratica?
Il 15 ottobre scadrà la moratoria delle cartelle esattoriali decisa durante l’emergenza Covid-19. Dal 16 però l’Agenzia delle Entrate tornerà a chiedere il pagamento dei debiti fiscali tornando ad appesantire la situazione economica degli italiani. L’unica via di uscita sembrerebbe una rottamazione quater per consentire ai contribuenti di mettersi in regola con il Fisco, beneficiando di alcune agevolazioni. Con il decreto agosto il governo ha rinviato la sospensione delle cartelle esattoriali dal 31 agosto al 15 ottobre. E’ stata introdotta una proroga di due mesi per l’invio delle cartelle esattoriali. Roberto Gualtieri intanto sta lavorando per alleggerire il carico fiscale che grava sugli italiani, ancora più importante dopo la pandemia. Tra le principali misure governative: la riduzione delle tasse per il ceto medio, tramite l’accorpamento delle aliquote Irpef centrali al 36%, portando gli scaglioni da 5 a 4. Per quanto riguarda le Partite Iva invece, si sta preparando una rivoluzione, con il pagamento delle tasse tramite un sistema di cassa che eviti il meccanismo di acconti e soldi.
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La riforma fiscale da 15 miliardi di euro potrebbe contenere una nuova rottamazione fiscale, per chiudere i conti senza grossi problemi. Della tanto attesa rottamazione quarter 2020 si parla ancora poco ma potrebbe sollevare diverse polemiche. Per avere le idee chiare si dovrà aspettare ottobre, in vista della scadenza del 15. Potrebbe rivelarsi una vera bomba sociale, alla luce della situazione economica compromessa degli italiani dopo il lockdown. La soluzione potrebbe essere la pace fiscale 2020, contenente misure che spaziano dal saldo, allo stralcio alla rottamazione, oppure ad un rinvio del blocco degli atti esecutivi magari fino alla fine dell’anno. In ogni caso qualcosa andrà fatto: gli italiani non sono ancora pronti a saldare i conti arretrati con il Fisco per una serie spinosa di questioni economiche. Inoltre il Fisco italiano è riuscito a recuperare solo il 13,3% delle tasse evase e il problema delle carte e dei pagamenti potrebbe riguardare soprattutto i commercialisti, invasi dalle pratiche. Più sono alti gli importi delle cartelle esattoriali e più è bassa la quota che lo Stato riesce ad incassare. Per esempio, per gli atti superiori ai 100mila euro il Fisco riesce a recuperare solo il 2,7%. Il direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini sottolinea che per 69 miliardi l’attivitò di incasso è sospesa in forza di sentenze dell’autorità giudiziaria.
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