Omicidio Willy Monteiro: si rafforza l’ipotesi dell’omicidio volontario

L’aggressione a Willy è stata così violenta e brutale da poter configurare anche l’ipotesi di omicidio volontario.

Gli assassini di Willy Monteiro hanno picchiato «selvaggiamente e a caso»: una brutalità, violenza ed intensità tali da poter far valutare, anche in base alle risultanze dell’autopsia, l’ipotesi di omicidio volontario. Per il gip di Velletri Giuseppe Baccarato – che ha convalidato l’arresto di Marco e Gabriele BianchiMario Pincarelli e Francesco Belleggia per omicidio al momento valutato come preterinterzionale, confermando il carcere per i primi tre, e i domiciliari per il quarto – i responsabili della morte di Willy lo hanno picchiato con una tale violenza da potere considerare come possibile il rischio della morte. Per questo, a seconda delle posizioni, ancora da chiarire, l’accusa, nei confronti degli indagati, potrebbe aggravarsi. Nel frattempo l’autopsia non è riuscita a stabilire quale sia stato il colpo definitivo, quello che ha ucciso Willy: i traumi al collo, al torace e all’addome avrebbero portato fatalmente il suo cuore a fermarsi, ma il medico legale avrà bisogno di più tempo per stabilire quale colpo sia stato veramente fatale. Gli aggressori non si sono neppure preoccupati – mentre proseguivano a massacrare il giovane Willy Monteiro – di avere intorno testimoni e di trovarsi addirittura a pochi metri da una caserma dei carabinieri.

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È lo stesso giudice a sottolineare che la posizione degli indagati potrebbe aggravarsi. L’ordinanza riporta infatti, testualmente: «In attesa dei risultati dell’esame autoptico il quale potrà solo dare riscontro medico del numero e dell’entità delle lesioni procurate a Willy, appare corretta la prudenziale valutazione dell’ufficio dell’accusa, ferma la possibilità di dare una nuova qualificazione giuridica in funzione delle successive emergenze istruttorie per l’evidente compatibilità astratta tra le condotte violente degli indagati, reiterate e coordinate con la volontà di uccidere, del caso, ricavabile in termini di dolo eventuale o alternativo».  Per l’avvocato della famiglia Monteiro Duarte, Domenico Marzi, il tipo di ematomi sul corpo di Willy potrebbe avere la firma degli aggressori: «Se dalla perizia medico legale dovesse emergere la presenza di un colpo sferrato con quelle modalità e con quel tecnicismo, allora potrebbe esserci obiettivamente la contestazione di omicidio volontario», commenta. Gli indagati, precisa il giudice, non hanno condanne: Gabriele Bianchi però ha tre procedimenti in corso per lesioni e porto d’armi. Marco addirittura cinque. «In base a questi elementi – precisa il gip – si può ricavare non solo la loro incapacità di autocontrollo, ma anche la loro sostanziale indifferenza alle iniziative processuali intraprese». Per il gip la stessa personalità dei due fratelli non lascia alternative alla detenzione in carcere. «È manifesta – scrive – la loro incapacità di resistere agli impulsi violenti non frenati neppure dalla presenza di numerosi testimoni e dalla breve distanza della caserma dei carabinieri».  I due fratelli e Pincarelli hanno mentito, sottolinea il giudice, hanno tentato di accusare altri della morte di Willy e a incastrarli ci sono anche le dichiarazioni di Belleggia che ha anche riferito che «i due fratelli Bianchi gli avevano consigliato di mantenere il silenzio sulle loro condotte». 

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