Donald Trump non nega che sapeva in anticipo della pericolosità del coronavirus, come ha ammesso nelle sue interviste (registrate) al giornalista del Watergate Bob Woodward per il suo libro ‘Rage’. Ha sottolineato di averlo preso “alla leggera” solo per ridurre il panico tra la popolazione.
“L’ultima cosa che volevo era creare il panico”, ha detto in una conferenza stampa. Donald Trump afferma di essere stato al corrente dell’alta pericolosità del coronavirus. Lo ha ammesso in un’intervista rilasciata il 7 febbraio 2020 al giornalista Bob Woodward, il cui libro Rage sta per uscire e contiene le affermazioni rilasciate dal presidente degli Stati Uniti tra il 5 dicembre 2019 e il 21 luglio 2020. E’ stata la CNN a rivelare l’ammissione di Donald Trump, avvenuta prima che scoppiasse la vera e propria epidemia da COVID-19 negli USA con i primi decessi e poca informazione. Il presidente dunque sapeva che il virus era molto contagioso e decisamente con una mortalità molto superiore ad una normale influenza, ma ha deciso di fare credere agli Usa che il virus non fosse così pericoloso. In pubblico, aveva sempre ribadito che il coronavirus non era altro che una semplice influenza stagionale e che non c’era da preoccuparsi. Oggi Gli Stati Uniti contano più di 195000 morti da Covid-19.
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Trump: una tesi che non regge
Trump si è giustificato, anche in un’intervista del 19 marzo, sostenendo che tutto ciò che ha detto alla popolazione statunitense, ovvero una grande bugia, è stato dettato dall’intenzione di non creare panico sociale. Un alibi che non regge, in quanto ha minimizzato sempre gli effetti del contagio da COVID-19 e più volte ha ridicolizzato virologi ed epidemiologi che sostenevano a gran voce la pericolosità del virus. Il libro di Bob Woodward Rage, contiene anche interviste di Trump in cui parla della sua gestione della pandemia, della questione razziale e della corrispondenza tenuta con il dittatore della Corea del Nord Kim Jong-un. A rivelarlo, è il Washington Post. Intanto, per le elezioni USA, tutti i sondaggi lo danno già in svantaggio fino a 10 punti nei confronti del suo avversario Biden. Aspettiamo di vedere le preferenze degli americani che sicuramente terranno conto anche della cattiva gestione della pandemia.