Uccide il padre e brucia il suo cadavere nel giardino di casa

Il ragazzo di 23 anni ha ucciso il padre, ne ha bruciato il corpo e poi vagava nelle campagne in stato confusionale

Omicidio Casale Monferrato, Pietro Beccuti ucciso dal figlio e bruciato nel giardino di casa
Pietro Beccuti

Il giovane di 23 anni, Guglielmo, ha confessato e si trova ora nel carcere di Vercelli. È accusato di aver ucciso il padre, Pietro Beccuti, detto Paolo, di 61 anni e di aver bruciato il suo corpo nel giardino della casa a Casale Monferrato, in cui abitava.

Omicidio Casale Monferrato, uccide il padre e brucia il corpo nel giardino di casa
Pietro Beccuti ed il figlio Guglielmo

L’indagine lampo è stato coordinata dal procuratore di Vercelli, Pier Luigi Pianta. L’uomo condivideva la casa di strada San Giorgio Miglietta, tra Salita Sant’Anna e Cascina, con la moglie da cui era separato. È stata lei stessa a dare l’allarme, nella notte tra domenica e lunedì, dichiarando che il figlio si era allontanato in stato confusionale.


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La scoperta del corpo bruciato

Gli agenti della squadra mobile di Alessandria hanno fatto la macabra scoperta dei resti del corpo bruciato, tra i residui di un piccolo rogo, nel giardino della villa. Le indagini si sono concentrate immediatamente sulla famiglia della vittima. In base ai rilievi effettuati dalla scientifica non vi erano segni di effrazione o di lotta in casa. Il figlio è stato poi recuperato nelle campagne della periferia di Casale e condotto negli uffici del Commissariato di Casale. Una volta interrogato, il giovane, ha inizialmente fornito un resoconto colmo di incongruenze, al termine del quale è stato condotto alla «piena confessione del delitto» ed è stato fermato.

Omicidio di Casale Monferrato, ucciso dal figlio e bruciato nel giardino di casa

Un delitto ancora avvolto nel mistero

Non ci sono ancora ipotesi valide sul movente. È stata ascoltata a lungo anche la madre. Molto il materiale sequestrato, reperti che hanno consentito alla polizia scientifica e agli investigatori, di ottenere numerosi riscontri. Sarà l’autopsia a dare risposte più chiare in merito alla morte dell’uomo. Sul suo profilo Facebook, tra i post pubblicati, numerosi riferimenti letterari, oltre a numerose immagini di opere d’arte e libri antichi. L’ultimo post il 1 di settembre, alle nove del mattino, risulta essere un commento ad un articolo di giornale.

«La prima buona notizia in un orribile 2020 laddove rispetto al resto il Covid-19 è puntura di zanzara – scriveva -. Dal 2 settembre in libreria la traduzione integrale de L’Anatomia della Malinconia di Robert Burton», saggista inglese vissuto a cavallo tra Cinquecento e Seicento. «A breve sulla mia scrivania, da qui alla fine del bisesto avrò uno strumento in più per affrontare la tempesta», aggiungeva.

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