Sono trascorsi oltre cinque anni dalla morte di Marco Vannini e ad un giorno dal processo che stabilirà le responsabilità degli imputati, c’è grande attesa per conoscere la conclusione di una storia che ha ben più di un lato oscuro. Bugie, depistaggi, condanne miti addirittura ribaltate in appello e un lunghissimo elenco di misteri. Una nuova verità sta per essere scritta e la Redazione di Meteoweek si è fatta raccontare da mamma Marina e papà Valerio chi fosse davvero Marco Vannini (video in chiusura articolo), durante la presentazione del libro a lui dedicato – Mio figlio Marco, La verità sul caso Vannini.
Era la notte tra il 17 e il 18 maggio 2015 quando Marco rimase colpito da un colpo di pistola esploso in casa dei Ciontoli. A processo andò tutta la famiglia della fidanzata: in primo grado Antonio Ciontoli venne condannato dal Tribunale di Civitavecchia a 14 anni di reclusione e la moglie e i due figli a tre anni. Assolta Viola, la fidanzata di Federico. In appello, però, il sottufficiale ottenne addirittura la derubricazione del reato di omicidio volontario in colposo e la relativa riduzione della pena a 5 anni di reclusione, mentre per gli altri tre vennero confermate le condanne a 3 anni.
La sentenza venne duramente contestata aprendo una mobilitazione mediatica sorprendente: il 7 febbraio scorso, è stata annullata dalla Corte di Cassazione, accogliendo i ricorsi della Procura Generale e delle parti civili e disponendo un nuovo processo davanti a un’altra sezione della Corte d’Assise d’Appello di Roma. Ora è tutto da rifare. Domani, mercoledì 9 settembre si tornerà in aula: a parlare sarà Viola Giorgini. Prima di lei sul banco si è seduto Federico: “Se avessi voluto nascondere qualcosa, perché avrei chiamato subito l’ambulanza di mia spontanea volontà, dicendo che Marco non respirava? E perché avrei detto a mia madre che non mi credevano e di fare venire i soccorsi immediatamente?”.Parole che hanno scatenato la reazione di Marina Conte, mamma di Marco. “Sono dichiarazioni vergognose, nemmeno una parola per Marco: ancora non riescono a capire che è morto un ragazzo di 20 anni”. “Sono sicura che se fosse vivo oggi volerebbe sulle frecce tricolore. La cosa che mi manca di più di lui è il suo ‘Buongiorno Ma’”.