Il parroco disperato si è rivolto ai carabinieri che hanno organizzato un intervento lampo per fermare l’estorsore
È accaduto nel Camposampierese, in provincia di Padova. Un parroco è stato vittima di un ricatto a luci rosse. Nel periodo di Ferragosto, il prete, avrebbe avuto un rapporto sessuale in canonica con un giovane marocchino che era solito chiedere l’elemosina davanti alla chiesa. Il ragazzo, a caccia di denaro, avrebbe chiesto soldi al parroco in cambio del suo silenzio, il religioso disperato, sabato mattina si è recato alla stazione dei carabinieri di Camposampiero per denunciare il suo estorsore. I militari hanno così organizzato un intervento lampo nel pomeriggio dello stesso giorno per arrestare sia il 26enne che il fratello di 33 anni.
Cosa è accaduto
Intorno alla metà di agosto, a seguito di una funzione religiosa, il parroco con il giovane si sarebbero ritrovati in canonica. Il ragazzo era spesso presente in chiesa a chiedere l’elemosina. Dopo aver consumato il rapporto, il nordafricano, prima di congedarsi, si sarebbe rivolto al prete chiedendogli in cambio del silenzio, 40 mila euro, altrimenti avrebbe raccontato ogni cosa e divulgato il video. Il religioso, sconvolto, ha pregato il ragazzo di non parlare, e ha promesso che lo avrebbe pagato. Ma il prete quei soldi non li aveva, e così, nei giorni successivi al fatto, è iniziata una trattativa sul prezzo del silenzio.
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La denuncia
Sabato mattina, il parroco ormai sfinito, ha deciso di rivolgersi ai carabinieri di Camposampiero. Ha raccontato tutto, anche che nel pomeriggio avrebbe dovuto incontrare, in mezzo a un campo, per consegnargli 4 mila euro, il prezzo finale pattuito. I carabinieri, avvisato il pubblico ministero di turno, Luisa Rossi, hanno deciso di intervenire immediatamente, ed hanno istruito il parroco.
L’arresto
Il prete si è recato all’appuntamento con i soldi e i carabinieri al seguito, ma da lontano. Appena il religioso ha consegnato il denaro, i militari sono intervenuti per arrestare il giovane. I carabinieri hanno fermato il 26enne Zouhair Abousad e il fratello di 33 anni Zakaria, recatosi nel campo per fare da palo. Entrambi difesi dall’avvocato Marco Borella del foro di Venezia, sono stati accusati di estorsione aggravata. Oggi il Gip Domenica Gambardella dovrebbe convalidare l’arresto. Gli investigatori hanno perquisito l’abitazione dei due fratelli e hanno sequestrato i loro telefoni cellulari.
I precedenti
Zouhair Abousad, gravato da piccoli precedenti di polizia, il 9 dicembre del 2015 in via Ponte Canale a San Giorgio delle Pertiche è stato ferito da un colpo di fucile sparato da un cacciatore. Il giovane marocchino era appartato all’interno di una Fiat Punto con la sua ragazza, quando il cacciatore lo ha scambiato per un ladro e ha fatto fuoco. Colpito alla testa da una rosa di pallini è stato operato all’ospedale di Cittadella, dove i medici gli hanno salvato la vita.