Il coronavirus non ha colpito solo la salute fisica degli italiani ma anche quella psicologica. Questi mesi di sofferenza hanno aperto un’altra ferita e dall’inizio della pandemia ad oggi nel nostro Paese 71 persone si sono tolte la vita, 46 hanno tentato di farlo.
I Numeri, secondo gli esperti riuniti al Convegno internazionale di suicidologia e salute Pubblica organizzato da Sapienza Università di Roma, sarebbero legati in maniera sia diretta che indiretta alla pandemia. Sono diversi i fattori che avrebbero spinto queste persone al gesto estremo: dai problemi economici all’isolamento sociale. Un vero e proprio allarme sociale che rischia di aumentare nel corso dei prossimi mesi, per quanto la risalita sarà lunga e faticosa. “Il numero rilevante di casi riferiti dai mass media, pur non essendo una rilevazione statistica accurata, indica che nei prossimi mesi il suicidio potrebbe diventare una preoccupazione più urgente, sebbene ciò non sia inevitabile”, ha spiega Maurizio Pompili, presidente del convegno e professore ordinario di Psichiatria alla Sapienza Università di Roma.
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I pensieri tornano alla crisi economica del 2008 quando in Italia ci fu un aumento del 12% di suicidi tra gli uomini. Per gli esperti il timore è che nell’arco del prossimo decennio i casi possano aumentare smisuratamente. “Gli effetti della pandemia, secondo le nostre analisi potrebbe portare a un preoccupante incremento del numero di suicidi, che nei soli Usa è stato stimato in 75.000 persone in più in dieci anni”, ha sottolineato Pompili. Le cause tuttavia non si restringono al solo fattore economico. Anche il lockdown ha fatto la sua parte. Secondo Pompili, pesano anche lo stigma, il senso di esclusione, il dolore sociale oltre quello fisico. Allora la progettazione di un gesto estremo si fa più concreta. L’unica soluzione è la prevenzione che è possibile non solo imparando a riconoscere i segnali d’allarme, ma anche recuperando il significato di rete sociale, proprio nel nostro momento più difficoltoso. L’isolamento è uno degli elementi che possono far precipitare un disagio psichico, ma è ben diverso dal distanziamento fisico necessario a contenere il contagio. Come fare per prevenire? “Si può essere distanti ma vicini stando accanto agli altri pur nel rispetto delle disposizioni anti-Covid più rigide. Inoltre, i servizi socio-sanitari non possono interrompersi ed è fondamentale il ruolo della medicina di base”, conclude infine Pompili.
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