Ognuno di noi ha un lato più oscuro, che non bisogna coltivare: è quello chiuso alla giustizia, al vero, all’umiltà a all’amore. Gesù ci insegna sempre dove è la strada giusta dell’anima.
S. Grato di Aosta; S. Regina; B. Giovanni B. Mazzucconi
23.a del Tempo Ordinario (anno A)
Guidami, Signore, nella tua giustizia
1Cor 5,1-8; Sal 5; Lc 6,6-11
Togliete via il lievito vecchio. Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato!
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1Cor 5,1-8
Fratelli, si sente dovunque parlare di immoralità tra voi, e di una immoralità tale che non si riscontra neanche tra i pagani, al punto che uno convive con la moglie di suo padre. E voi vi gonfiate di orgoglio, piuttosto che esserne afflitti in modo che venga escluso di mezzo a voi colui che ha compiuto un’azione simile! Ebbene, io, assente con il corpo ma presente con lo spirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha compiuto tale azione. Nel nome del Signore nostro Gesù, essendo radunati voi e il mio spirito insieme alla potenza del Signore nostro Gesù, questo individuo venga consegnato a Satana a rovina della carne, affinché lo spirito possa essere salvato nel giorno del Signore. Non è bello che voi vi vantiate. Non sapete che un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità.
Parola di Dio.
R: Guidami, Signore, nella tua giustizia.
Tu non sei un Dio che gode del male,
non è tuo ospite il malvagio;
gli stolti non resistono al tuo sguardo. R.
Tu hai in odio tutti i malfattori,
tu distruggi chi dice menzogne.
Sanguinari e ingannatori, il Signore li detesta. R.
Gioiscano quanti in te si rifugiano,esultino senza fine.
Proteggili, perché in te si allietino
quanti amano il tuo nome. R.
Osservavano per vedere se guariva in giorno di sabato.
+ Dal Vangelo secondo Luca 6,6-11
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: “Alzati e mettiti qui in mezzo!”. Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: “Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?”. E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: “Tendi la tua mano!”. Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
Parola del Signore.
Quanto, lo vediamo ogni giorno, la cattiveria umana arriva a rasentare l’illogico? In questo brano del Vangelo Gesù vuole guarire un uomo con la mano paralizzata, che gli impedisce quasi la sopravvivenza. I Farisei, non solo hanno capito che Gesù può realmente guarire quell’uomo, ma nonostante questo cercano di coglierlo in fallo e vedere se si fosse azzardato a guarire quell’uomo di sabato. A guarirlo! Non a rubare o a fare qualcosa di illecito, ma a guarire un uomo! Con un potere che loro, ormai accecati dalla loro invidia e dall’odio che hanno per Gesù, non si chiedono nemmeno da chi venga e se Dio stia operando in Lui.
Questo succede quando si ha un giudizio negativo su una persona: qualsiasi cosa faccia sarà sempre sbagliata, anche fosse l’intento migliore. Gesù dice altrove degli ipocriti che sono “pieni di intemperanza”, di rabbia: qui è palese come questa rabbia sia immotivata e incontrollata. Dopo che Gesù ha guarito l’uomo dalla mano paralizzata, viene accusato dai Farisei di aver trasgredito il riposo sacro per gli ebrei del tempo nel giorno di sabato e addirittura si mettono d’accordo per ucciderlo. Uccidere un uomo perché, salvandone un altro, ha trasgredito un precetto? Solo perché non è servile davanti al potere di quell’istituzione ingiusta?
Gesù non ci chiede però di essere sfrontatamente ribelli: Egli è stato l’esempio dell’obbedienza al Padre, della non violenza, della sottomissione anche a chi lo stava uccidendo, con il perdono e la preghiera.
I Farisei invece rappresentano il potere che vuole essere riverito, rappresenta chi crede di avere la verità e la legge di Dio dalla sua parte e chi non perdona. Rappresenta ognuno di noi quando ci scagliamo con qualcuno perché ci ha fatto notare i nostri difetti, qualcuno a cui non interessa tanto il nostro favore, ma che ci dice la verità. Quella verità scomoda da accettare: siamo tutti un po’ farisei, dobbiamo solo non cedere a questo lato “oscuro” della nostra anima, quello chiuso alla giustizia, al vero, all’umiltà e quindi all’amore.
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