Svegliarsi e trovare uno sconosciuto accanto al letto che sta rovistando in camera. Una esperienza scioccante, che però in alcuni casi è purtroppo comune.
Il nemico in casa: o meglio il ladro, il malfattore. Svegliarsi e trovare un estraneo in camera da letto che rovista, in cerca di qualcosa da rubare. È una situazione purtroppo nota ad alcuni residenti di Padova, zona Portello e di via San Biagio, accomunati dalla drammatica esperienza. «All’inizio non capivo bene cosa stesse succedendo – racconta una ragazza che abita al primo piano di un palazzo – Era la notte tra il 18 e il 19 agosto. Ho visto quest’uomo a fianco del mio letto e la prima cosa che ho pensato è che dovevo fare casino, far capire ai vicini che c’era un problema. Ho iniziato a urlare ripetendo la parola “ladro”». Il condominio era pressochè disabitato, tra vacanze e lavori di ristrutturazione: ma dall’altra parte della strada hanno cominciato ad accendersi le luci. Qualcuno si è affacciato, ma nessuno ha chiamato i numeri di emergenza. «L’uomo ha afferrato il computer e si è diretto verso il balcone – continua –. Lo ha lanciato dalla finestra poi ci deve essere stata una colluttazione, non ho un ricordo lucido. Mi sono accorta dei lividi al braccio e alla schiena il giorno dopo. È saltato dal balcone, ha preso il computer ormai rotto e dopo pochi metri lo ha rigettato in mezzo alla via». Niente refurtiva, dunque. Ma non è stato un caso isolato. Un episodio simile è avvenuto in via San Biagio, l’ultimo fine settimana di luglio. «La mia ragazza è andata a dormire presto e io mi sono addormentato sul divano – spiega Nicola Antonini –. Verso le 4.30 un ragazzo a petto nudo è entrato in camera da letto. Credo abbia usato i cassonetti per arrivare alla finestra. La mia ragazza ha urlato e il ladro ha portato via il portafogli e il telefono». Una decina di giorni dopo il portafogli è stato trovato su viale Codalunga. Antonini ha chiamato la polizia e formalizzato la denuncia il giorno seguente.
Ci sono anche vicende più particolari, nella cronaca dei furti estivi a Padova. Domenica 30 agosto è rientrata a casa intorno alle 3 di mattina e si è messa a lavorare al computer. Verso le sei è andata in bagno, questione di una manciata di minuti. Tornata in soggiorno ha scoperto che borsa e cellulare erano spariti. «L’ho cercata ovunque – racconta –. Non potevo averla dimenticata fuori perché avevo lavorato al computer e utilizzo la connessione del telefono. Poi ho guardato la finestra aperta e mi è venuta in mente la conversazione avuta con un amico qualche giorno prima, come un flash. Avevamo parlato di una ragazza derubata in casa. Allora ho capito». La donna ha denunciato l’accaduto ai carabinieri e solo durante il giorno ha notato un po’ di terra sulla testiera del divano, che si trova proprio sotto la finestra del suo appartamento al primo piano. Il clima non è tranquillo in zona. Durante il lockdown, spiegano i residenti, si è visto un aumento di piccoli spacciatori ai quali il Covid ha tolto diversi clienti. «Sto pensando di cambiare casa – confessa la donna derubata il 30 agosto –. Mi dispiace perché questo quartiere è meraviglioso. Ho cambiato stile di vita, ho paura in casa mia». Dello stesso parere è l’altra ragazza: «Non mi sento più tranquilla e la cosa mi rattrista perché non ho mai avuto timore di tenere le finestre aperte d’estate. Fa male pensare che nessuno abbia almeno chiamato la polizia, un disinteresse spiacevole».
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