Il Centers for Disease Control and Prevention ha notificato alle autorità sanitarie degli Stati americani e a cinque delle maggiori città statunitensi di prepararsi a distribuire il vaccino contro il coronavirus agli inizi di novembre. Trovata politica o verità?
Lo riporta il New York Times, che sottolinea tuttavia come l’annuncio possa essere una mossa in vista delle presidenziali Usa di novembre. I progressi della sperimentazione potrebbe davvero ridurre così i tempi? O una mossa politica per convincere gli americani, alla vigilia del voto, che la guerra al coronavirus è ormai vinta? Sarà questa la october surprise delle elezioni 2020? La lettera (del 27 agosto, ma divenuta di pubblico dominio solo ieri) con la quale la CDC (Disease Control and Prevention) di Atlanta, l’agenzia federale per la tutela della salute, ha chiesto agli uffici per la sanità pubblica di tutti gli Stati e le città Usa di prepararsi a ricevere i vaccini, son grosse perplessità da parte di tutti. Anche perché è corredata da un invito a tutti gli enti a essere pienamente operativi entro il primo novembre: ovvero due giorni prima del voto per la Casa Bianca.
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Coronavirus: 3 vaccini all’ultima fase
A luglio tre dei sei vaccini approvati dal progetto (Operation Warp Speed) lanciato dal governo per accelerare la ricerca di cure per il coronavirus sono entrati nella terza e ultima fase di sperimentazione. La fase dovrebbe concludersi, stando ai tempi corretti a dicembre. Sono queste le indicazioni fin qui fornite da quasi tutti gli esperti. Ma ora Anthony Fauci, il virologo della Casa Bianca spesso in conflitto con Trump, dice che, se i test procederanno in modo molto positivo, sarà possibile accelerare un po’ i tempi. Nell’Istituto Nazionale per le Allergie e le Malattie Infettive c’è un comitato scientifico apposito che può legalmente prendere questa decisione solo se convinto che il vaccino sia quello giusto.
Gli avversari di Trump ovviamente sospettano un’operazione politica anche perché durante la convention del partito repubblicano lo scenario di una diffusione del vaccino in tempi brevi era stato evocato più volte dallo stesso presidente e anche dalla figlia Ivanka che aveva sottolineato la velocità con cui sarebbe arrivato il farmaco. “Noi avremo l’obbligo morale di cominciare a distribuire il vaccino appena possibile, se ci convinceremo che funziona e non è nocivo”, afferma Fauci. La lettera della CDC è stata firmata dal direttore dell’istituto, Robert Redfield, anche lui finito più volte nel mirino del presidente. Va, comunque, notato che un invito a prepararsi a distribuire il vaccino non significa necessariamente che l’operazione partirà davvero ad inizio novembre.