Il segretario del Partito Democratico auspicava una svolta all’interno dell’esecutivo. Ora Zingaretti teme di diventare il capro espiatorio, soprattutto dopo l’esito del referendum e delle regionali.
Ancora una volta, tra le fila del Partito Democratico potrebbe andare in scena qualcosa di già visto. Un referendum che si conclude con un esito da quello sostenuto dai propri vertici, in questo caso da Nicola Zingaretti. Il segretario dem ha fatto capire che il Sì al taglio dei parlamentari è l’esito da augurarsi per il prossimo approdo al voto. Tuttavia, anche facendo un giro di parere tra gli altri esponenti del partito, il No sembra essere l’opzione preferita. In ogni caso il Movimento 5 Stelle sembra prossimo a vincere la battaglia di una vita, ottenendo il taglio dei personaggi che gravitano a Montecitorio.
Tra le altre cose, il centro-sinistra sta vivendo giorni febbrili in vista di un’altra tornata elettorale da brividi. Si voterà in sette regioni per eleggere altrettanti nuovi governatori, e il timore è quello di vedere un Pd sconfitto in regioni in cui non ci si aspettava di certo una caduta. In particolare sono la Puglia e la Toscana a tenere con il fiato sospeso: ma se in quest’ultimo caso si ha la sensazione di una conferma del Pd al potere, è la Puglia a fare paura. Anche perchè finora i numeri sembrano dare ragione a chi, in questo momento, si trova all’opposizione.
Ecco allora che Nicola Zingaretti sta iniziando a veder prendere forma alla sconfitta, tanto da temere di partecipare a una scena già vista. I microfoni e le telecamere puntate sul suo volto, mentre deve farsi portavoce del sentimento negativo proveniente da una bruciante sconfitta. Una caduta che è figlia soprattutto della mancata alleanza con il Movimento 5 Stelle nonostante la promozione pentastellata di questo accordo. E proprio i grilini potrebbero uscirne con le ossa leggermente meno rotte, pur con vittorie prove di reale significato.
Tanto che il timore più grande di Zingaretti è soprattutto un altro. Ovvero lo spettro di un esecutivo che procede senza entusiasmo e soprattutto senza accordi, ma solo perchè non si può fare altrimenti. Ecco allora che la paura dell’attuale segretario del Partito Democratico si fa ancor più grande, anche perchè persino il suo posto sarebbe a rischio. E a prenderselo sarebbe un suo collega, ovvero un altro governatore: Stefano Bonaccini. Il neo-eletto presidente dell’Emilia Romagna vorrebbe mettere le mani sul ruolo di segretario dem, anche se pubblicamente non ne ha mai mostrato le intenzioni.
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E poi c’è la posizione, in direzione sempre ostinata e contraria, di Matteo Renzi. Ci rientra anche lui nel novero di chi, secondo Zingaretti, voterà No al referendum in modo strumentale, indebolendo così il Governo e il Pd. Il segretario dem ha invitato i nemici interni a uscire allo scoperto, facendo un chiaro riferimento al leader di Italia Viva. Ma tutti sanno che, in questo momento più che mai, Zingaretti rischia grosso e ne è ben consapevole. Per questo motivo le prossime settimane saranno decisive, per il futuro del Pd e del suo controverso segretario.