Coronavirus a Bergamo: era stato redatto dall’allora Asl un Piano pandemico che dava precise indicazioni su prevenzione e comportamenti. Avrebbe potuto salvare molte vite. Non è mai stato attuato.
Grazie all’acceso agli atti fornito dall’agenzia di stampa Agi, è emerso un documento per la gestione delle emergenze sanitarie chiamato: piano locale pandemia influenzale, redatto nel lontano 2007 su indicazioni della Regione Lombardia, che l’anno prima aveva messo a punto il proprio Piano pandemico e aveva disposto che ogni Asl ne avrebbe dovuto preparare uno su scala provinciale seguendo gli stessi criteri. Peccato che da allora il Piano non è mai più stato aggiornato. “Ci erano state date tutte le linee guida dall’Oms e dall’Europa, denuncia l’avvocato Consuelo Locati, legale del Comitato Noi Denunceremo. Magari erano misure obsolete, ma se le avessimo seguite, avremmo avuto gli strumenti per affrontare la situazione e con migliaia di morti in meno“.
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All’interno del Piano pandemico messo a punto dall’Asl di Bergamo c’era già tutto: i dispositivi di protezione da acquistare, i medici di base da rifornire, le Rsa da proteggere. Il dossier affronta alcuni dei temi che sono emersi in modo cruciale durante la pandemia, a cominciare da quello delle case di riposo dove si è verificato un gran numero di decessi fra gli ospiti ma anche fra lo stesso personale. Altro tema caldo, quello delle protezioni per gli operatori sanitari: dispositivi di cui veniva consigliato l’acquisto in quantità necessarie e anche il loro stoccaggio attraverso i distretti socio sanitari. Per non parlare dell’assistenza domiciliare, per la quale nel dossier viene suggerita la “definizione del piano di incremento” che dovrebbe essere effettuata “in sincronia col piano pandemico locale, previ accordi con i sindacati di categoria, individuazione e accantonamento delle risorse”. Fino ad arrivare alla catena di comando nelle fasi della pandemia, dalla prevenzione alla fase acuta.
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Per ora l’Ats di Bergamo non si pronuncia, quindi non è dato sapere se il Piano sia stato utilizzato almeno in parte o per nulla. Queste invece le parole dell’avvocato dell’Ats Angelo Capelli, sulla gestione dell’emergenza: “L’Oms ci ha mandato una serie di avvisi sbalestrati, siamo arrivati fino a metà aprile a fare cose che diceva l’Oms ma che erano sbagliate. Come faceva ad esserci un Piano giusto se ogni settimana l’Oms cambiava le regole?”.
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