“Non respiro, ti voglio bene”: sono state queste le ultime parole rivolte al padre da Malak. Ora, continuano le indagini e crescono i dubbi sullo stato dell’albero.
“Non respiro, ti voglio bene”: sono state queste le ultime parole rivolte al padre da Malak, la ragazzina di 14 anni morta insieme alla sorellina, Jannat, di 3 anni sotto il peso di un albero che si è abbattuto su di loro a causa del forte maltempo in un campeggio di Marina di Massa, in Toscana.
Il padre delle due bambine, Hicham Lassiri, ora vuole giustizia e verità. “Ho visto le mie due figlie sdraiate sul lettino dell’obitorio una accanto all’altra: sembravano due angeli addormentati. Io lo so, andranno sicuramente in paradiso. Ma intanto spero che qui sulla terra sia fatta giustizia, perché quell’albero non doveva cadere addosso a loro. Era tutto marcio e doveva essere tagliato prima. Io non voglio accusare nessuno, ci sono le indagini per questo. Chiedo solo giustizia e verità”: ha dichiarato il padre di Malak e Jannat. Poi ha aggiunto: “Ci ha svegliato il rumore del vento. Un boato. Dopo pochi secondi è caduto l’albero. Jannat, la piccolina, non la vedevo. Mi sono avvicinato a Malak che aveva un taglio sulla fronte e mi diceva: “Papà non riesco a respirare, non ce la faccio”. Io le ho risposto: Non mi lasciare, ti prego non mi lasciare ma lei mi ha guardato e ha detto: “Non posso. Vi voglio bene”. Queste sono state le sue ultime parole. Poi è svenuta e non si è più svegliata”.
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Lassiri spiega di non sentirsela di tornare al campeggio e vedere i giochi e i vestiti sparpagliati delle sue bambine: “Ci sono tornato domenica pomeriggio per riprendere mio figlio che avevamo lasciato lì in compagnia mentre io e mia moglie eravamo all’ospedale. Siamo arrivati alle 4 e ho visto che stavano tagliando alcuni alberi. Allora mi chiedo, forse quegli alberi andavano tagliati prima? Forse anche l’albero che è caduto addosso alle mie figlie andava tagliato prima? Non c’è stata una tromba d’aria, solo un vento forte. Spero che si scopra la verità”.
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