La società tarantina Internazionale Biolife ha deciso di agire contro la Regione Lazio. Il motivo sta nel fatto che la giunta regionale si è rifiutata di pagare la fattura a saldo dell’unica commessa andata a buon fine.
Non sembra avere fine l’odissea che riguarda la Regione Lazio e la fornitura dei dispositivi di protezione individuale contro il Covid-19. Ancora una volta, il contenzioso riguarda la Internazionale Biolife, società tarantina che ha vinto l’appalto indetto dalla giunta guidata da Nicola Zingaretti. Ricordiamo che mascherine, tute e camici ordinati, per un ordine che supera gli 11 milioni e mezzo di euro in anticipi, non sono mai arrivati. Il denaro è andato perduto e la Regione Lazio ha dovuto provvedere in maniera diversa per munire cittadini e personale sanitario dei dispositivi.
Ma ora emerge un altro problema, visto che la società che ha sede a Taranto ha disposto un’istanza di pignoramento ai danni della Regione Lazio. La richiesta ammonta a poco più di 8 milioni e mezzo di euro ai danni dell’ente locale laziale. Ricordiamo che fino a febbraio, ovvero poco prima dello scoppio dell’epidemia di Covid in Italia, la Internazionale Biolife si occupava di produrre prodotti omeopatici e per il benessere sessuale. Ora la società pugliese ha deciso di agire direttamente sui conti correnti a disposizione della Protezione Civile, per conto della Regione Lazio.
La motivazione fornita dalla Internazionale Biolife riguarda l’unica commessa andata a buon fine tra quelle affidate alla società. Si tratta di una partita da circa sei milioni di mascherine, tra chirurgiche ed Ffp2, per un costo complessivo di 10 milioni e 800mila euro. La Regione Lazio aveva già pagato un acconto da poco più di 2 milioni di euro per questa commessa. Tuttavia, la Biolife non ha ancora consegnato circa due milioni tra camici e tute, in quanto sequestrati dalla Guardia di Finanza. E per questa commessa, la Regione aveva versato un anticipo di 2 milioni e 800mila euro.
Per questo motivo, la Regione Lazio aveva deciso di non versare subito il denaro mancante per la commessa andata a buon fine. Ma i vertici di Internazionale Biolife non ci stanno e hanno deciso di agire sui conti della Protezione Civile al servizio della stessa regione. E a svelarlo è stato l’amministratore della società pugliese, Luciano Giorgetti: “Si tratta di due fatture diverse, la Regione non può pensare di rivalersi su di noi per evitare guai alla Corte dei Conti – ha dichiarato ai colleghi de Il Fatto Quotidiano – . La Regione ha Hanno emesso dei documenti contradditori, prima ci premiano per la nostra ‘affidabilità’ e ora ci dicono che siamo ‘inaffidabili’“.
Ricordiamo che Internazionale Biolife è al centro di un’indagine condotta dalla Procura di Taranto. Nel mirino ci sono i soci Giacomo De Bellis e Antonio Formaro, il primo amministratore della società, Raffaele Buovolo, brindisino residente in Bulgaria, e il direttore commerciale, Francesco Oliverio. La società aveva vinto un appalto da oltre 7 milioni e mezzo di dispositivi, per un investimento complessivo di oltre 35 milioni di euro, con cui bisognava rimpiazzare la società Ecotech. Ma a far storcere il naso era il fatto che quest’ultima ditta avrebbe dovuto ricevere i dispositivi proprio da Biolife.
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In ogni caso, in questo momento a tremare è proprio la Regione Lazio. Nel caso in cui la richiesta di pignoramento dovesse essere accolta, verrebbero a mancare ulteriori otto milioni di euro dalle casse regionali. Casse che in questo momento non versano in un buono stato, visto che mancano all’appello quasi 12 milioni sui 14 anticipati per le mascherine di Ecotech. A questo ammanco si aggiunge quello da 2,8 milioni sborsati in favore della Biolife. E poi c’è la commessa assegnata alla Worldwide Luxury Corner per ulteriori 2,1 milioni. In caso di effettivo pignoramento della Biolife, il debito ammonterebbe a oltre 25 milioni di euro.
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