Gesù non è venuto tra noi solo a scacciare il nostro male: la sua presenza è una presenza d’amore, che vuole starci vicino, nella gioia come nella sofferenza e desidera da noi il nostro affetto sincero.
S. Egidio abate; S. Giosuè; B. Giuliana da Collalto
22.a del Tempo Ordinario (anno A)
Giusto è il Signore in tutte le sue vie
1Cor 2,10b-16; Sal 144; Lc 4,31-37
L’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio; l’uomo mosso dallo Spirito, invece, giudica ogni cosa.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1Cor 2,10b-16
Fratelli, lo Spirito conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi infatti conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, con parole non suggerite dalla sapienza umana, bensì insegnate dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. Ma l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché di esse si può giudicare per mezzo dello Spirito. L’uomo mosso dallo Spirito, invece, giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno. Infatti chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo consigliare? Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo.
Parola di Dio.
R. Giusto è il Signore in tutte le sue vie.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. R.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. R.
Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni. R.
Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto. R.
Io so chi tu sei: il santo di Dio!
+ Dal Vangelo secondo Luca 4,31-37
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
Parola del Signore.
Gesù ha potere sul male, ed il male spesso è più “avanti” dell’ingenuità umana. Il demonio nel posseduto riconosce subito l’identità di Gesù. E non gli dice semplicemente “sei il Messia” o “sei il Figlio di Dio”, ma il “santo di Dio”. La parola santo poteva associarsi ai patriarchi come Mosè, Abramo, Aronne… Una parola forte, che fa molto scalpore tra il popolo, che arriva dritta al significato. Tanto che la gente si chiede: da dove gli viene questa autorità, tanto da controllare il male?
I demoni hanno osservato l’operato di Gesù: la loro frustrazione è tanta, e si chiedono se Gesù sia venuto proprio a rovinare il loro impero. Gesù è venuto a liberarci, a salvarci, a togliere dalle nostre spalle il peso di tutto ciò che ci schiaccia e ci opprime, portando lui la croce pesante dell’umanità e aiutandoci a portare la nostra.
Ma Gesù non è venuto solo a sconfiggere il nostro male, è venuto tra di noi per amore nostro, per rimanere con noi nel mistero dell’Eucaristia, dove, vivo, rimane a farci compagnia dai tabernacoli. Gesù è una presenza certa su cui possiamo sempre contare, sia quando siamo in difficoltà che quando siamo nella gioa: egli ci è sempre vicino, e noi siamo la sua stessa gioia e a volte la sua “consolazione”.
«Non hai compassione di Me? Sono nei Tabernacoli tutto solo. Tanto schernito, abbandonato e tanto offeso… Va’ a consolarmi e a riparare: ripara tanto abbandono.
Visitare i carcerati e consolarli è opera buona. Io sono carcerato e carcerato per amore. Io sono il Carcerato dei carcerati»
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