C’è preoccupazione in Vaticano per l’impennata di casi Covid in Sardegna, in questi giorni è stata così diramata una circolare a tutti i dicasteri
L’aumento di casi di Coronavirus in Sardegna preoccupa anche il Vaticano, che ha così diramato una circolare a tutti i dicasteri per chiedere che venga fatto il tampone ai sacerdoti, agli impiegati, ai vescovi e ai cardinali che provengono da quella regione. Si tratta probabilmente di persone che sono state in vacanza sull’isola nel mese di agosto, magari per tornare dai parenti o semplicemente in ferie. Non necessariamente in Costa Smeralda, al Billionaire di Briatore, ma in zone altamente infettate dal virus o comunque, utilizzando per il rientro a Roma i traghetti o gli aerei. Il Papa, per evitare inutili rischi, ha quindi ordinato di effettuare (in Italia) tamponi a tappeto.
La circolare che è stata emessa dall’ufficio del Governatorato di Sanità e Igiene ed è firmata dal nuovo direttore, Andrea Arcangeli riguarda anche persone che tornano da viaggi all’estero, da Croazia, Grecia, Malta e Spagna. Il Vaticano, nella nota precisa di avere adottato e applicato le misure decise dal governo Conte e recuperabili sul sito del Ministero degli Esteri. «In particolare chi proviene da queste zone dovrà produrre un certificato che attesti che nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia tale test sia risultato negativo. In alternativa può essere effettuato al momento dell’arrivo in aeroporto (consigliato) oppure entro 48 ore dall’arrivo, presso gli appositi siti predisposti dalle aziende sanitarie locali».
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Per chi ha invece soggiornato in Sardegna nei 7 giorni precedenti il previsto ingresso nella Città del Vaticano o negli uffici della curia dislocati tra via della conciliazione e Trastevere, «deve produrre un certificato che attesti che il test sia risultato negativo». Il test con tampone è suggerito farlo nelle Asl romane alle quali si accede con normale richiesta del medico curante.
All’interno del Vaticano vi sono stati diversi casi di Covid. Uno dei primi accertati fu un sacerdote proveniente dalla Lombardia, alla fine di marzo. Da allora sono stati registrati altri contagi. Inizialmente il Coronavirus era stato un po’ preso sotto gamba in Vaticano: non era stato reso obbligatorio l’uso delle protezioni, come mascherine e guanti e questo aveva dato vita a numerose proteste interne. Il Papa stesso, nei primi giorni della pandemia, si era recato in Puglia e aveva celebrato una messa con una moltitudine di persone, priva di distanziamento, quando già in Lombardia la situazione era molto grave. Qualche mese dopo, in Vaticano, è divenuto obbligatorio l’uso delle mascherine.
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