Recovery Found: 20 miliardi già nella manovra di governo

Il governo punta ad anticipare un pezzo da 20 miliardi del Recovery Plan italiano in legge di bilancio o in un provvedimento collegato. La data stabilita è il 15 ottobre quando l’esecutivo invierà a Bruxelles la finanziaria per il 2021, come ogni anno.

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Si parla di accostare, oltre alla manovra da circa 25 miliardi – snella, senza altro deficit, priva di clausole di salvaguardia, centrata sulla riduzione delle tasse al ceto medio e alle famiglie – anche una seconda gamba da circa 20 miliardi tutta dedicata agli investimenti. Si tratta del 10% di prefinanziamento del Recovery Fund – 10% di 209 miliardi – che l’Italia può ottenere già all’inizio del 2021, anziché in corso o alla fine dell’anno prossimo. A patto però che il governo corra. Di qui la decisione di presentare il Recovery italiano a metà ottobre senza aspettare la scadenza possibili del 30 aprile 2021. La Commissione europea deciderà se approvare o meno il piano. Si arriverà a Natale, con la legge di bilancio – che entra in vigore dall’1 gennaio 2021 – alla fine dell’iter parlamentare. A quel punto, la tavola per gli investimenti sarebbe già bandita con 20 miliardi per l’Italia da poter investire.


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Non sono pochi gli ostacoli. Bisogna intanto mettere giù i progetti. Sin qui ne sono arrivati 534 da ministeri ed enti locali al Ciae, il Comitato interministeriale per gli affari europei coordinato dal ministro pd Vincenzo Amendola. Inoltre, per tutto il mese di agosto i tecnici del Ciae hanno nutrito la “matrice”, un software da nutrire con i numeri dei progetti. “Non sarà uno svuota-cassetti”, assicura una fonte di Palazzo Chigi. Non si butteranno giù idee impraticabili soltanto per intercettare il fiume di denaro Ue. Anche perché tutti i progetti esclusi dal Recovery rientreranno nella caselle del nuovo bilancio Ue e dunque dei fondi strutturali: almeno 70-80 miliardi che potrebbero raddoppiare nei prossimi 7 anni.

In 45 giorni dunque il governo Conte 2 dovrà approntare il Recovery Plan italiano.  Domani intanto iniziano le audizioni parlamentari sul Recovery con l’audizione in videoconferenza del commissario Ue agli affari economici Paolo Gentiloni e poi del vicepresidente della Bei, Dario Scannapieco.  Il 27 settembre è nel programma la Nadef, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza che sarà accompagnata dalle linee guida del Recovery, affidate alla discussione parlamentare.  Infine, come detto, la legge di bilancio e il piano da 209 miliardi. Nel frattempo in Parlamento bisogna convertire in legge il decreto Semplificazioni e il decreto che proroga lo stato di emergenza sanitaria. Partiamo intanto da questi. E forse impostare già la legge elettorale. Sullo sfondo: l’opzione Mes, chiedere o no i 36 miliardi per la sanità. Le discussioni sono ancora aperte. Tutti bivi economici, ma soprattutto snodi politici.  Senza contare che esiste un altro pezzo di Recovery Plan – 15 miliardi su 209, legati al programma ReactEu che si possono impegnare ora nel 2020. Senza dover tenere conto della lege di bilancio.

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