A parlare in un’intervista al Corriere è Giuseppe Quintavalle, direttore generale della Roma 4 e anche commissario della Asl 3, che anticipa: “Siamo in una fase estremamente delicata, ci attendiamo un boom di rientri nel fine settimana e il sistema deve reggere”.
E’ Giuseppe Quintavalle, direttore generale della Roma 4 e anche commissario della Asl 3, che in un’intervista al Corriere fornisce uno sguardo interno su ciò che sta accadendo, e che sta per accadere. Quintavalle, coordinatore di una vasta area che si estende da Civitavecchia per ben 28 comuni e ospedali fino a Fiumicino, sottolinea: “Siamo in una fase estremamente delicata, ci attendiamo un boom di rientri nel fine settimana e il sistema deve reggere”. Il suo è uno sguardo radicato nel territorio ed esteso allo stesso tempo, e la sua è una posizione ben ponderata: il peggio per quanto riguarda il tracciamento alle frontiere non è ancora passato, ma questa volta siamo più attrezzati. Così Quintavalle fornisce qualche numero: “Ieri al porto di Civitavecchia abbiamo già registrato un aumento del traffico di auto del 30%, 1267 tamponi alle 3 di notte, tra cui 13 positivi. E nel fine settimana ci attendiamo circa novemila passeggeri, senza contare il monitoraggio negli aeroporti. La macchina operativa è rodata, a breve partiamo coi tamponi anche in partenza, ma non è stato facile metterla in moto”. Poi l’esperto sottolinea: questo creerà, necessariamente, lunghe file ai drive-in. Ma l’importante è mantenere la calma e piena disponibilità, doti che Quintavalle ha già riscontrato nei cittadini che fanno rientro. Inoltre, sono in arrivo altre macchinette Poct, distribuite tra Civitavecchia, nella Asl 3 e a breve al Forlanini: “Un beneficio per il sistema, i laboratori sono pieni con le migliaia di test da verificare, ma sono in grado di reggere. Ma bisogna capire che oltre i tamponi, ci sono i comportamenti da correggere”.
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Tra i comportamenti da correggere, anche l’esigenza di restare prudenti, nonostante un’eventuale negatività al test: anche in quel caso è necessario mantenere le distanze di sicurezza, utilizzare la mascherina e tenersi lontani dagli assembramenti. Queste sono regole che valgono per tutti, anche per i negativi, perché il rischio di contagio potrebbe essere sempre dietro l’angolo. Attraverso la collaborazione tra Stato e cittadini è possibile superare questa “fase critica”, che si trova anche alle soglie della vaccinazione anti-influenzale. E proprio a proposito delle vaccinazioni, Quintavalle ribadisce: “Stiamo organizzando le risorse, sto creando gruppi mobili di medici che dovranno raggiungere anziani e malati. Entro settembre le vaccinazioni vanno chiuse, ma abbiamo difficoltà a reclutare altro personale disposto a recarsi in luoghi a rischio come le case di cura”. Eppure tanti, tantissimi sono gli operatori che stanno lavorando fino allo stremo delle forze, arrivando a fare turni da 18 ore di lavoro al giorno. Poi un monito: “Il momento peggiore però è stato quando le terapie intensive erano cariche al 70%, ma siamo riusciti a ospitare anche pazienti dal nord Italia. Ora si ammalano i giovani, ma loro possono recuperare. Questo è il momento di tenere duro, essere responsabili, per non tornare indietro a quando tutto è andato in tilt”.
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