Sono state effettuate nuove verifiche all’Opel Corsa, l’auto guidata da Viviana Parisi al momento dell’incidente in autostrada
Secondo alcune indiscrezioni provenienti dalla polizia scientifica, il vetro del parabrezza anteriore dell’Opel Corsa, è lesionato. Gioele potrebbe quindi aver subito un trauma cranico sbattendo la testa al momento dell’impatto tra l’auto guidata dalla madre e il furgone della ditta autostradale contro cui lei si era schiantata. Un incidente di cui inizialmente si era parlato come qualcosa di poco conto in termini di danni e possibili lesioni, ma che si era già ridimensionato dopo altre verifiche, ed era risultato in effetti che lo schianto era stato più mportante di quanto precedentemente dichiarato. Viviana viaggiava a velocità sostenuta e la macchina aveva subito diversi danni. «Se si verifica un incidente e il bambino non è legato al seggiolino, può accadere di tutto», ha spiegato Piero Volpi, primario ortopedico all’Humanitas di Milano. «Gli effetti del trauma che può subire un bambino di quattro anni sono tanti e dipendono da due fattori: la posizione del corpo al momento dell’impatto e dalla forza cinetica del trauma stesso che dipende dall’entità del tamponamento e dalla velocità dell’auto al momento dell’incidente». L’auto, come precedentemente verificato, viaggiava a cento chilometri orari.
Gioele al momento dello scontro non era agganciato al seggiolino. «Un bambino dell’età della sua età non poteva stare assolutamente libero in auto. La struttura ossea non ancora sviluppata e il precario equilibrio, vista l’età, può aver determinato un trauma da sbattimento, con conseguenze serie», lo sostiene Annamaria Giannini, professore ordinario di Psicologia alla «Sapienza» di Roma ed esperta sui temi della formazione educazione e comunicazione stradale. Nel frattempo la polizia sta concludendo le analisi dei sei campione di materiale biologico, ritrovati sull’Opel Corsa che potrebbero appartenere a Gioele. Nei prossimi giorni è inoltre prevista l’analisi medica sul cranio del bambino, un esame difficile viste le condizioni della scatola cranica, dilaniata dai morsi degli animali. Un esame fondamentale a questo punto per confermare la compatibilità tra le tracce di sangue già osservate sul cranio del bambino e la lesione sul parabrezza.
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Ieri, intanto, i Vigili del Fuoco di Patti, hanno disboscato una vasta area dove erano stati trovati i resti del bambino, alla ricerca di ulteriori frammenti ossei. Resta comunque sempre attuale l’altra ipotesi quella dell’omicidio-suicidio. «Viviana era una mamma meravigliosa, stava molto attenta al piccolo Gioele. Non gli lasciava mai la mano. Era scrupolosa, perfetta. Io non credo assolutamente alla tesi dell’omicidio-suicidio», ha riferito la fioraia della piazza principale di Venetico, il paesino del Messinese dove Viviana si era trasferita da Torino per stare vicino al marito Daniele Mondello.
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