Marco Piras è un barman di 20 anni che lavora a Porto Rotondo in un hotel a cinque stelle. Da alcuni giorni accusa alcuni sintomi influenzali, ma non è stato sottoposto al tampone. “Ho chiamato chiunque, ma nessuno mi aiuta”, la sua testimonianza.
La storia che stiamo per raccontare ha senza dubbio alcuni contorni clamorosi. Il suo protagonista risponde al nome di Marco Piras, un barman di appena 20 anni che vive forse il sogno di tanti ragazzi. Lavorare in un locale di Porto Cervo, adiacente un hotel a cinque stelle, è senza dubbio faticoso ma gratificante sotto tanti aspetti. Tuttavia, il giovane barman è attualmente al centro di una vicenda spinosa. Da alcuni giorni, infatti, Marco accusa alcuni sintomi che potrebbero far pensare all’eventualità di un caso di contagio da Covid.
“Stavo lavorando vicino a Porto Rotondo – ha raccontato Marco Piras ai colleghi della stampa sarda – . Da domenica ho iniziato ad avvertire un forte mal di gola e mal di testa. L’hotel mi ha messo in isolamento nel mio alloggio nascondendo la notizia per non creare allarmismi. Per due giorni non sono stato visitato da nessun medico e non mi è neanche stato portato da mangiare“. Dunque una vicenda assurda, anche se finora abbiamo solo grattato la superficie. Ciò che è accaduto nei giorni successivi, infatti, è ancor più incredibile di quanto è affiorato in avvio di intervista.
Il barman prosegue così: “Al terzo giorno ho avvisato chi di dovere e il pranzo e la cena hanno iniziato ad arrivare. I sintomi hanno iniziato a peggiorare: sono arrivati febbre, olfatto e gusto alterati, e una debolezza fisica presente anche ora, che mi impedisce di stare per molto tempo in piedi senza avvertire capogiro“. Dunque i sintomi accusati consiglierebbero a chi di dovere di fare gli accertamenti necessari per fare delle valutazioni. Tuttavia, non si muove nulla. Con buona pace del 20enne Marco, il quale fa capire che la vicenda non si conclude qui.
Ci sono infatti da raccontare gli ultimi giorni, in cui il barman assiste al più classico degli scaricabarile. “Sono andato al Mater Olbia da cui sono stato mandato via dicendomi di chiamare la Assl. Dopo 40 chiamate senza risposta mi sono rivolto ai Carabinieri che mi hanno fornito un altro numero, ma anche lì mi hanno detto che loro non potevano fare niente e che avrei dovuto contattare la Assl. Ancora chiamate senza risposta“. Una vicenda assurda, con un probabile caso di contagio da Covid, per giunta con sintomi, che viene trattato con una superficialità disarmante.
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“Non riusciamo a far visitare Marco a Olbia nonostante i solleciti anche da parte nostra – svela mamma Tiziana in esclusiva per l’Ansa – . Abbiamo coinvolto anche il sindaco di Orgosolo che si è dato da fare in tutti i modi. La Assl di Nuoro ci farebbe subito il tampone se riuscissimo a trasferire qui mio figlio, ma noi con la nostra macchina non lo possiamo fare. Siamo stanchi e preoccupati. Chiediamo a chi di dovere, all’Ats in primis, di darci qualsiasi mezzo che possa riportare a casa mio figlio“.
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