In questo Vangelo, Gesù ci parla dell’incontro con lui… Ecco cosa vuol dire preparare il proprio cuore, lasciarlo “addomesticare” dalla sua parola e dal suo amore.
S. Monica (m); S. Rufo; S. Narno
21.a del Tempo Ordinario
Benedirò il tuo nome per sempre, Signore
1Cor 1,1-9; Sal 144; Mt 24,42-51
In Cristo siete stati arricchiti di tutti i doni.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1Cor 1,1-9
Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Sòstene, alla Chiesa di Dio che è a Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo! Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza. La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!
Parola di Dio.
R: Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Grande è il Signore e degno di ogni lode;
senza fine è la sua grandezza. R.
Una generazione narra all’altra le tue opere,
annuncia le tue imprese.
Il glorioso splendore della tua maestà
e le tue meraviglie voglio meditare. R.
Parlino della tua terribile potenza:
anch’io voglio raccontare la tua grandezza.
Diffondano il ricordo della tua bontà immensa,
acclamino la tua giustizia. R.
Tenetevi pronti.
+ Dal Vangelo secondo Matteo 24,42-51
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».
Parola del Signore.
Gesù in questa parola avverte chiunque sull’ora del suo incontro con lui. Si può riferire al suo ritorno alla fine dei tempi, ma se andiamo ad osservare, possiamo riferire questo monito al giorno del nostro addio a questo mondo. Ci dice che il nostro comportamento è molto importante, per noi e per gli altri. Se ad un certo punto della vita dovessimo dire, dopo averlo conosciuto: “Dio? Non c’è!” O “Chissà se c’è…” e iniziassimo a comportarci male con gli altri e a sprecare la nostra vita, questo Dio non lo accetterebbe. Oppure se qualcuno, dopo aver avuto una buona condotta secondo coscienza, con l’amore, con la fede, con dei buoni valori, lasciasse tutto ciò perché non ha costanza e pazienza di essere fedele a quel bene, dandosi ai bagordi e danneggiando sé e gli altri, non potrebbe essere premiato da Dio con la felicità eterna. In questo modo si “sradica” la propria felicità, perché non si ha pazienza di coltivarla, come con una pianta bella ma troppo impegnativa.
Per l’incontro con la felicità ci vuole pazienza, bisogna aspettarla e coltivarla giorno per giorno. Anche si manifestasse alla fine della propria vita. Gesù è la nostra felicità. Gesù è l’incontro per eccellenza, quello che aspettiamo da sempre, anche senza saperlo, perché potremo saperlo solo dopo. E Gesù è anche colui che bussa costantemente al nostro cuore.
Lasciamo che alla fine della nostra vita ci trovi pronti, “addomesticati”.
“Che cosa vuol dire addomesticare?” “E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…” “Creare dei legami?” “Certo”, disse la volpe…
”Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore…”
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