Zingaretti sulla legge elettorale: “La si potrà votare in una sola Camera”

Il Segretario del PD Nicola Zingaretti sostiene un progetto di riforma della legge elettorale e progetta il voto in un solo ramo del Parlamento.

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Nicola Zingaretti

Nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Nicola Zingaretti parla di taglio dei parlamentari e legge elettorale. Il segretario del Pd ha sottolineato come il suo partito sia pronto a fare una campagna elettorale per il al referendum in cui gli italiani saranno chiamati a decidere se diminuire il numero di sedie in Parlamento. Non solo. Zingaretti si esprime anche su una nuova proposta di legge elettorale che, nei piani del Pd, dovrebbe “scongiurare rischi di distorsioni nella rappresentanza e tutelare adeguatamente i territori, il pluralismo e le minoranze” dopo il Sì al referendum.

Il lavoro di squadra della maggioranza

La speranza di Zingaretti è che la maggioranza si dimostri compatta nel sostenere questo progetto politico di riforma. “Tutta la maggioranza ha sottoscritto questo accordo, ora faccio un appello a finché sia onorato. Questo permetterebbe anche di interloquire con i tanti dubbi e le perplessità che stanno crescendo; soprattutto in riferimento ad una insopportabile campagna in atto all’insegna dell’anti politica” – ha commentato il Segretario del Partito Democratico. “Naturalmente il Sì va considerato solo un primo passo, in sé insufficiente di una riforma complessiva del bicameralismo e dell’insieme dell’attività legislativa” – ha proseguito.

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Votare la legge elettorale in una camera? “Non è impossibile”

Parlamento italiano - Meteoweek.comIl segretario Dem successivamente commenta la novità della sua proposta: far votare la legge elettorale in una sola camera del Parlamento. Obbiettivo che sembra complesso da realizzare, ma Zingaretti non vuole gettare la spugna. “Se c’è la volontà politica si può fare molto. Quando si parla di democrazia e istituzioni tutti i momenti sono buoni” – afferma.

Poi aggiunge: “Naturalmente accanto a questo c’è la priorità del lavoro, della scuola, della crescita. Confido che si possa aprire tutti assieme una fase nuova dove la politica diriga i grandi processi di trasformazione in corso e non li subisca. Penso alla qualità dei progetti da realizzare con le risorse del Recovery fund, alla necessità di una nuova e coordinata politica industriale, alle priorità da indicare sul fisco, alla necessità di un intreccio equilibrato tra l’intervento pubblico e quello dei soggetti privati sul tema della rete unica. Con una ambizione, lasciare ai giovani un’Italia ed un Europa migliore di quella che abbiamo trovato”.

 

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