Non sono ancora chiare le dinamiche esatte della tragedia riguardante Viviana Parisi ed il suo piccolo di 4 anni, Gioele. Nelle settimane precedenti si erano già fatte delle ipotesi in merito alla possibile morte del bimbo durante lo scontro in auto, ma erano state rapidamente smentite.
Il piccolo Gioele, il bambino di 4 anni figlio di Viviana Parisi, la deejay trovata morta lo scorso 8 agosto cinque giorni dopo la sua scomparsa, potrebbe essere morto nell’incidente avvenuto sulla A20 Messina-Palermo. L’ipotesi era già stata presa in considerazione settimane fa, quando ancora il corpo del piccolo non era stato ritrovato e si parlava della possibilità che Viviana si fosse suicidata a seguito del violento incidente d’auto avuto, in cui Gioele poteva aver perso la vita. Un video aveva poi smentito questa ipotesi, poiché nelle immagini il figlio della dj era ripreso con gli occhi aperti e in posizione eretta. L’autopsia sui resti del bambino, che si è svolta al Policlinico di Messina, e gli esami effettuati sull’Opel Corsa di Viviana Parisi, fanno riprendere quota alla tesi per cui il bambino non sia morto successivamente, come si pensava, ma sarebbe rimasto ferito mortalmente proprio a causa dell’incidente.
Pietruzze nel corpo di Gioele
Nel corpo di Gioele c’erano delle pietruzze che potrebbero essere utili ai periti per stabilire il luogo della morte del bambino ma anche la data del decesso. La tac sui resti del bimbo è servita per effettuare dei «rilievi antropometrici», come ha spiegato Daniela Sapienza, medico legale della task force di esperti che parteciperà all’autopsia. «Per correlare il soggetto all’età anagrafica, sesso, e quanto utile per fare i rilievi antropologici». «E quindi, all’identificazione» del piccolo Gioele. «Poi andiamo a vedere se ci sono segni di lesività macroscopica su questi resti – ha spiegato ancora il medico legale – e infine vediamo di determinare l’epoca della morte».
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Il seggiolino sganciato
Si sono svolti nuovi accertamenti anche presso il laboratorio genetico forense della Polizia scientifica di Palermo, per esaminare alcune tracce biologiche, sei in tutto, ritrovate sulla Opel Corsa. Gli esperti nominati dal Procuratore di Patti Angelo Vittorio Cavallo dovranno accertare di che tipo di tracce biologiche si tratta e, soprattutto, se sono recenti. Tra le ipotesi avanzate dalla Procura, anche se non è la pista privilegiata, c’è quella dell’incidente stradale in cui il piccolo, senza la cintura allacciata al seggiolino, avrebbe sbattuto la testa e si sarebbe ferito. Questa ipotesi era già stata presa in considerazione in precedenza, quando dopo i test di usura era risultato che il seggiolone del piccolo non risultava agganciato e che dunque al momento dell’impatto il bimbo poteva aver subito un duro contraccolpo.
Impossibile che nessuno abbia visto
«Il miasma è ancora presente nell’aria. Mi chiedo come sia possibile che nessuno, non solo di coloro che si sono adoperati per le ricerche, ma anche degli abitanti del luogo, non abbia percepito questo cattivo odore. Eppure è una zona con una certa densità abitativa». Lo ha dichiarato l’avvocato Claudio Mondello, cugino e legale di Daniele Mondello, padre di Gioele. «Anche il cadavere di Viviana era a 15-20 metri da una proprietà recintata – ha aggiunto – è impossibile che nessuno abbia visto, anzi sentito, alcunché». L’avvocato ipotizza che il corpo del bambino sia stato «verosimilmente trascinato nel luogo dove poi è stato ritrovato» e che «non si conosce la posizione originaria, quella in cui è morto». Sulla tesi dell’omicidio-suicidio il penalista ricorda che «la presunzione di innocenza nel nostro ordinamento deve valere per tutti». «Se ci sono elementi va bene – sottolinea -, altrimenti no. E non so se ci saranno mai questi elementi, io ne dubito».
Il cadavere è compromesso
Dall’autopsia di oggi effettuata sul piccolo Gioele è emerso che il cadavere «è abbastanza compromesso». «Allo stato non è possibile ricavare elementi utili se non da tutti i fattori che potranno emergere sale indagini specialistiche». Lo ha dichiarato Giuseppina Certo, medico legale e consulente della famiglia di Daniele Mondello uscendo dalla camera mortuaria dov’è si tiene l’autopsia del piccolo Gioele. «Deve essere tutto ricostituito singolarmente, mettendo insieme i vari tasselli», ha aggiunto ancora la dottoressa. Alla domanda se oggi non possa essere messo un punto certo sullo stato del bambino, il medico ha replicato con un secco: «No». Ed ha poi aggiunto che sui resti di Gioele ci sono «lesioni da macro fauna», in altre parole morsi di animali selvatici. Ha poi confermato che sul cadavere di Gioele è stato prelevato «del terriccio che è stato analizzato» ma non vuole aggiungere altro se non che è «sempre un altro step». Non si può neanche dire dall’esame se il piccolo Gioele è morto «nel luogo in cui è stato ritrovato». Non si è sbilanciata neppure sull’ipotesi se il bambino sia stato morso «prima o dopo la morte» e ha spiegato: «Sono valutazioni che si fanno concatenando i vari risultati». «Abbiamo acquisito dei dati- ha spiegato – e il dato più evidente è che ci sono delle mortificazioni degli arti», cioè che il corpicino di Gioele non aveva né le gambe né le braccia. «Quindi assenza anche di latte di tessuti». E ha ribadito: «È stato aggredito anche dalla macro fauna».