Una giovane ragazza scrive una lettera per raccontare il suo dramma. Era andata a trascorrere una serata con gli amici. Poi ha contratto il Coronavirus e lo ha trasmesso alla sua famiglia. Il padre è in terapia intensiva.
L’emergenza Coronavirus sembrava essere passata, o comunque calmierata. Tuttavia l’arrivo dell’estate, che tutti salutavano come la liberazione dal virus a causa delle alte temperature, ha nascosto in realtà un’insidia molto pericolosa. Gli assembramenti creati nelle località per le vacanze, tra discoteche affollate e villaggi turistici stracolmi, hanno fatto scatenare una nuova ondata. All’apparenza è un’ondata più contenuta e meno pericolosa, ma non mancano i singoli casi che fanno scattare l’allarme. Come quello raccontato da una ragazza in una lettera.
Questa lettera è apparsa stamani sul Corriere della Sera. E qui si leggono i pensieri profondi e impauriti di una giovane, la cui unica colpa è quella di essere andata in vacanza. Anche perchè, dopo una primavera barricata in casa, l’obiettivo era quello di mettersi il peggio alle spalle. “Pensavo che l’estate 2020 sarebbe stata un’estate piena di noia – si legge all’inizio della lettera – per via del coronavirus e invece era iniziata proprio bene. Avevo la mia routine, mi svegliavo, andavo in spiaggia, poi in palestra, pomeriggio di nuovo spiaggia con amici e la sera uscivamo a bere qualcosa. D’altronde me lo meritavo, ho studiato molto durante quest’anno scolastico“.
La ragazza prosegue nel suo racconto, spiegando che aveva già prenotato le vacanze. E visti i trascorsi primaverili, lei e i suoi amici non ci avrebbero rinunciato per nulla al mondo. “Io e i miei amici avevamo deciso di non andare in discoteche e posti chiusi per evitare i contagi, però quel sabato era il compleanno del mio più caro amico, come facevamo a non festeggiare fino a tardi? Decidemmo che per una sera non sarebbe successo niente. Fu l’inizio del film horror che sto vivendo. La settimana dopo incominciai con sintomi come raffreddore e tosse, ed ho pensato fosse per via dell’aria condizionata“.
Dunque il dramma era solo all’inizio. L’autrice della lettera decide di andare a controllarsi: “Andai dal dottore e mi disse che non sembravano sintomi da Covid, la tosse era grassa (non secca) e non avevo febbre, quindi continuai a fare la mia vita normale, andavo a mangiare al ristorante con papà, giocavo a carte con i nonni e ci mettevamo a guardare la tv tutti insieme sul divano“. Ma come abbiamo detto, quello fu solo l’inizio del dramma: “La settimana dopo annunciarono che proprio nella discoteca dov’ero andata c’era stata una persona positiva, e tamponarono tutte le persone che erano state lì quella sera. Il risultato del mio tampone: positivo“.
La paura montava in maniera inesorabile tra i familiari di questa ragazza. Finchè non sono arrivati i risultati dei test, che hanno portato alla luce la dolorosa verità. Tutta la famiglia (o quasi) era risultata positiva al tampone: “Fecero il test a tutti i miei familiari. Solo la mamma fu negativa. Positivi i nonni, mia cugina di 12 anni, e papà. Il nonno è finito in ospedale e ora è stato dimesso e si sta riprendendo. Io, mia cugina e la nonna non abbiamo avuto problemi e dopo quattro settimane chiusi in casa siamo tornati negativi. Invece papà no“.
Già, quel padre che l’aveva esortata a farsi una vacanza dopo un inizio difficile di 2020. E che ora lotta tra la vita e la morte: “Siccome stavo bene lui mi diceva che tanto non era il virus, che non aveva voglia di starmi lontano: «Dai, Marti, che poi ritorni a Madrid e non ci vediamo per tanto tempo». E anch’io pensavo così, e gli ho dato abbracci e baci… voglio tanto bene a papà. Ora è da due settimane in terapia intensiva, intubato. Sta lottando con tutte le sue forze, e io non posso vederlo, non posso aiutarlo, non posso ritornare indietro. Non me lo potrò mai perdonare“.
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Una situazione straziante che ha fatto piombare nel panico la ragazza. E nella parte finale della lettera si legge tutto il disagio e il senso di colpa: “Ormai non ho più fame, ma devo sforzarmi di mangiare sennò la mamma sta male. Non riesco più a fare niente, nemmeno alzarmi dal letto al mattino, però lo faccio, per la mamma e per la nonna. A volte provo a fingere un sorriso per alleviare la loro preoccupazione. I giorni passano veloci, e non me ne accorgo neanche. Ripenso continuamente alla felicità di quella serata, alla sua orribile conseguenza, e prego che papà riesca a superare anche questa“.